News

13 Marzo 2020

Federalberghi: in Sardegna si chiude

Gli alberghi in Sardegna stanno chiudendo le loro porte per il bene comune

Gli alberghi sardi in queste ore stanno via via chiudendo i loro portoni. “Gli albergatori sardi sono preoccupati per l’emergenza nazionale del Covid-19 e stanno affrontando la situazione con spirito di servizio” spiega Paolo Manca, presidente di Federalberghi Sardegnanonostante non sia imposto dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri, chi gestisce alberghi aperti tutto l’anno, come quelli delle città, sta provvedendo a cancellare le prenotazioni rimaste e chiudere sino a data da destinarsi. Restano aperte le poche strutture che hanno clienti per ragioni di necessità legate alle attività consentite dall’ultimo Dpcm: accolgono persone che lavorano, parenti di ammalati, personale di pubblica sicurezza, squadre di tecnici, ci sono ospiti in attesa di ripartire e alcuni in isolamento volontario”.

Incertezza, invece, per gli altri hotel dell’Isola, che avevano previsto l’apertura tra la fine di marzo e il primo maggio, con in mezzo le festività pasquali: per loro le prenotazioni dei mesi di marzo, aprile e gran parte di maggio sono state cancellate. Ferme del tutto quelle per i mesi estivi.

Siamo preoccupati per la situazione che dovremo vivere quando tutto questo sarà finito”, continua Manca, “ma la cosa più importante adesso è fare la nostra parte per evitare la diffusione del coronavirus e tutelare la salute dei clienti e dei dipendenti”.

Confidiamo che il Governo e la Regione definiscano tutti i dettagli delle misure decise per venire incontro al mondo produttivo”, auspica il rappresentante degli albergatori sardi, “è per questo che proprio oggi ci è apparsa perlomeno paradossale la notizia della condanna per l’Italia da parte della Corte europea di Giustizia per non aver recuperato aiuti illegittimamente concessi al settore alberghiero in Sardegna. Le aziende alberghiere vent’anni fa erano state coinvolte in un procedimento scellerato varato dalla Regione. Le aziende hanno abbondantemente pagato il prezzo e hanno versato quanto dovuto, a parte chi per questa vicenda è poi fallito. Oggi speriamo soltanto nello spirito solidale e comunitario di tutti nell’affrontare l’emergenza e risollevare il nostro già debolissimo tessuto imprenditoriale da un altro pesante stop”.