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2 Marzo 2020

Candy Candy, oggi è l'anniversario

Quarant'anni fa veniva trasmesso per la prima volta "Candy Candy" in Italia. Ma su questo anime ci sono dietro tante curiosità insolite che non si conoscono

Quanrant'anni fa trasmettevano per la prima volta Candy Candy in Italia

Uno dei cartoni più amati delle vecchie generazioni, questo anime ha fatto impazzire tutto il mondo,

facendo restare incollati alle vicende dell’orfanella dai capelli biondi come l’oro.

Tratto dal manga di Yumiko Igarashi e Kyoko Mizuki, Candy Candy o Dolce Candy, venne trasmesso il 2 marzo del 1980 nelle nostre tv.

La serie televisiva, andata in onda in Giappone dal 1976 al 1979, fu una di quelle arrivate in Italia grazie alla grande infornata di cartoni giapponesi fatta dalle prime televisioni private locali a inizio anni 80. Prevedeva 115 episodi che raccontavano la storia difficile di un'orfanella adottata da una nobile famiglia inglese ma che poi si ritrovò a doversela cavare da sola tra lutti, gioie e amori sfortunati. 

"Candy Candy" con questa trama ricca di colpi di scena e romanticismo ha catturato almeno due generazioni di bambini. Un personaggio forte, capace di superare mille difficoltà ed esprimere un’autodeterminazione femminile straordinaria. Infatti, Candy cerca di portare avanti il sogno di diventare un’infermiera andando contro tutti e tutte.

Nel 1989 passò infine su Mediaset, dove venne cambiata la prima sigla con una cantata da Cristina d'Avena, e il titolo si trasformò in "Dolce Candy". Inoltre, furono cambiati montaggio e doppiaggio, con un finale stravolto rispetto a quello originale giapponese, per la gioia dei fan italiani: Terence infatti nella versione italiana lasciava Susanna per fidanzarsi con Candy.

Ma su "Candy Candy" ci sono anche curiosità insolite che si ignorano o non si conoscono…Sapete quali?

Noi abbiamo scoperto queste 10:

- Il manga è ispirato a un romanzo uscito nel 1975 in Giappone, scritto da Keiko Nagita, che non è altro che lo pseudonimo di Kyoko Mizuki, autrice dei testi del fumetto. In Italia è rimasto inedito fino al 2014.

- Il rapporto tra le due creatrici con gli anni si è incrinato fino ad arrivare in tribunale. Per questo Yumiko Igarashi ha bloccato i diritti di pubblicazione del manga e di trasmissione del cartone animato che così dalla fine degli anni 90 non è più stato trasmesso. 

- Nella versione italiana del cartone animato la voce di Candy è di Laura Boccanera, da anni doppiatrice ufficiale di Julia Roberts.

- L'orsetto lavatore Klin nel fumetto in realtà non esisteva. Venne inserito per il pubblico più infantile, per stemperare i momenti più drammatici. 

- Nel manga Annie, l'amica del cuore di Candy, aveva i capelli biondi come lei. Nel cartone, per differenziarle, Annie è diventata mora.

- Nella serie non mancano momenti altamente drammatici, comprese le morti di due dei personaggi principali. In Francia la morte di Anthony venne ritenuta troppo forte per il pubblico più giovane e nell'adattamento venne trasformata in una malattia invalidante.

- Grazie a "Candy Candy" negli anni 80 in Scozia, dove è ambientata buona parte della storia, ci fu un incremento del turismo.

- "Candy Candy" è stato il primo cartone animato accompagnato da un’operazione di marketing e di vendita. Fu infatti il primo cartone che produsse diari e quaderni per la scuola, bambole, album di figurine ma anche libri e serie a fumetti in edicola.

- Il finale del cartone animato è molto diverso da quello del manga: mentre nel fumetto Candy si sposa con Albert, nel cartone il finale rimane aperto, lasciato all'immaginazione delle fan.

- La storia è ambientata nei primi anni del '900, prima della Prima Guerra Mondiale. Ma nella realizzazione del cartone ci sono molti anacronismi: Albert ha un look da hippie anni 60, le auto guidate da Stear sono modelli anni 20 mentre in alcuni momenti Candy indossa un completo di jeans in pieno stile anni 50.

@Laura Pace