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1 Marzo 2020

Condanna storica per il Gruppo Amadori

"Maltrattamento e uccisione di animali": le indagini partite nel 2016 da immagini che il programma tv Report ha realizzato hanno finalmente portato alla Condanna storica del Gruppo Amadori.

"Maltrattamento e uccisione di animali": le indagini partite da immagini che il programma tv Report ha realizzato nel 2016 hanno finalmente portato alla Condanna del Gruppo Amadori.

“Era il 2016 quando il nostro team investigativo accompagnò la giornalista Sabrina Giannini all’interno di un allevamento di maiali di una società del Gruppo Amadori.” Quelle immagini furono diffuse dalla trasmissione Report in un servizio che suscitò clamore e anche un caso nazionale.

In seguito, ENPA presentò un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Forlì, a cui è seguita una lunga fase di indagini. La buona notizia è che c'è stata finalmente una condanna: gli indagati hanno scelto di patteggiare, ammettendo la colpa senza affrontare il processo, per avere una riduzione di pena. 

Il rappresentante legale di una società controllata al 100% da Amadori è stato condannato quindi a 3 mesi (pena sospesa) per il reato di uccisione e maltrattamento di animali e a una multa di 22.500 euro, mentre il custode e responsabile dell’allevamento a un’ammenda di 1.600 euro per abbandono di animali.

Il servizio diffuso da Report nel 2016 fu visto da 2,5 milioni di persone e le terribili condizioni in cui erano detenute le scrofe crearono un’enorme indignazione. Gli animali infatti vivevano rinchiusi in gabbie strettissime, all’interno di un capannone in condizioni igieniche raccapriccianti, impossibilitati a muoversi al punto che non riuscivano nemmeno a liberarsi dai numerosi topi che camminavano sopra il loro corpo.

Dopo la messa in onda del servizio, ENPA depositò una denuncia alla Procura della Repubblica di Forlì. Gli accertamenti delegati dalla magistratura riscontrarono le scrofe rinchiuse in gabbie troppo piccole, «non adeguate alla stazza degli animali» e una totale «assenza di adeguati spazi asciutti e puliti per il riposo degli animali»

Il team investigò anche in un allevamento di polli della società controllata da Amadori. Le telecamere nascoste filmarono operatori del carico mente urinavano all’interno degli allevamenti, dove dovrebbero invece essere adottate severe misure di biosicurezza.

Di conseguenza, gli animali «venivano sottoposti a condizioni insopportabili per le loro caratteristiche procurandogli sofferenze non necessarie e in alcuni casi anche la morte»..

Anche l’organizzazione Animal Equality ha contribuito all’inchiesta, fornendo immagini delle condizioni dei polli in altri allevamenti di una società controllata da Amadori. Uno stimolo che ha permesso di continuare il procedimento che nel 2019, ha portato a chiedere ad Amadori di modificare la propria comunicazione circa i polli allevati a scopo alimentare, perché potenzialmente ingannevole.

Simili comportamenti verso gli animali allevati, devono infatti essere considerati reati a tutti gli effetti. Ciò è importante anche come deterrente verso altri allevatori, affinché si astengano da gestioni di allevamento che causano sofferenze aggiuntive agli animali, già estremamente provati dalle condizioni standard di allevamento intensivo.

Le investigazioni negli allevamenti e nei macelli sono importanti per smascherare queste illegalità, ma non solo.