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26 Febbraio 2020

Base di Decimo quarantena per i militari

Cinque basi in tutta Italia diventeranno strutture di quarantena se essere confermati casi di contagio tra i militari.

Tutti pronti ad affrontare l’emergenza coronavirus. Istituzioni, e quindi comuni e regioni, e anche forze armate. Il virus infatti viene definito “Un’emergenza di pubblica  rilevanza internazionale visto il notevole incremento dei casi e dei decessi”. Per questo cinque basi in tutta Italia diventeranno strutture di quarantena se essere confermati casi di contagio tra i militari. Ogni forza armata (tra esercito, carabinieri, marina e aeronautica) ha indicato un paio di basi, e tra quelle indicate dall’Aeronautica c’è anche quella di Decimomannu. È ciò che prevede una direttiva del coi (comando operative di vertice interforze) che attua gli indirizzi del della Difesa. E in via precauzionale sono state sospese anche tutte le cerimonie, bloccate le partenze e i rientri dei soldati impegnato nelle zone a rischio. Il blocco serve per avere il tempo per i necessari controlli e l’acquisto del materiale per le analisi.  

@Monica Magro 

 

Ecco il Comunicato Stampa: 

“Per rispondere a una necessità di sorveglianza sanitaria, fondamentale in questi giorni per tutelare nel miglior modo possibile la salute dei militari presenti in Sardegna e dei cittadini, la base aerea di Decimomannu potrà essere, al pari di altre strutture individuate sul territorio nazionale per altre regioni, l’Ente di riferimento per l’eventuale sorveglianza sanitaria che dovesse rendersi necessaria per i militari in servizio nell’isola. Nell’eventualità in cui si rendesse necessario l’utilizzo della base, dunque, si tratterebbe di una misura solo per i militari presenti in Sardegna. Tale decisione rappresenta una forma di tutela della salute sia per i militari, sia per tutta la cittadinanza”. Lo rende noto il Sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi.

“La sorveglianza sanitaria è un provvedimento che si rende utile per filtrare preventivamente situazioni che, altrimenti, andrebbero a intasare in modo inappropriato le strutture dei Pronto Soccorso del Servizio Sanitario Nazionale. Non sono previsti illogici, antieconomici e pericolosi (dal punto di vista sanitario) trasferimenti nell’isola di militari a rischio contagio provenienti da altre regioni o dall’estero. E chiarisco che stiamo parlando di persone sane che, in caso di successiva positività al virus, verrebbero prontamente trasferite presso strutture del Servizio Sanitario Nazionale.

Il Ministero della Difesa, inoltre, attraverso il Comando Operativo di Vertice Interforze, la Protezione civile e l’Assessorato alla Sanità della Regione Sardegna – prosegue il Sottosegretario - è all’opera per individuare altre strutture (speriamo solo eventuali) da destinare ai cittadini eventualmente entrati in contatto con persone affette dal virus e da sottoporre a sorveglianza Sanitaria. Attualmente, sono state individuate 1500 strutture della Difesa per oltre 5000 posti letto, di cui più di 200 (posti letto) in Sardegna.

Desidero ringraziare tutto il personale sanitario e le nostre Forze Armate e dell’ordine, la Protezione Civile e tutta la Pubblica Amministrazione attivamente impegnati e coinvolti nelle misure di contrasto dell’emergenza sanitaria a supporto della popolazione” - conclude Calvisi.