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17 Febbraio 2020

La Sardegna promuove l'home restaurant

L'isola è la prima regione d'Italia a promuovere il settore dell'ospitalità culinaria. È stata illustrata la proposta di legge per lo svolgimento di attività di ristorazione nelle case private

Una legge per valorizzare l’home restaurant e il social eating, così da fare della Sardegna la prima regione italiana a poter contare su norme chiare per regolamentare un settore in continua crescita. L’ospitalità appartiene all’isola e si parte da qui, l’obiettivo dichiarato dal gruppo di Fratelli d’Italia che, con i consiglieri regionali Francesco Mura e Fausto Piga, ha illustrato la proposta di legge che punta ad introdurre “una specifica disciplina per consentire lo svolgimento di attività di ristorazione nelle abitazioni private e per l’utilizzo di abitazioni private a completamento del servizio di ristorazione tradizionale”. Il testo conta quindici articoli e demanda alla Giunta regionale l’approvazione di un apposito regolamento di attuazione, prevedendo, tra gli altri, anche uno stanziamento ad hoc rivolto a progetti pilota da individuare attraverso un bando dell’assessorato del Turismo.

«L’ospitalità in casa, l’offerta di un ristoro per il viaggiatore, la condivisione di un pasto con un ospite sono prassi che appartengono alle origini più nobili del nostro essere Sardi – ha dichiarato il capogruppo Mura - dall’altra parte c’è internet e la globalità dei social network che oggi offrono grandissime opportunità e noi siamo convinti che il giusto connubio tra queste due realtà possa aprire un nuova stagione per la Sardegna ed in modo particolare per la Sardegna dell’interno».  «Vogliamo contribuire a valorizzare il patrimonio enogastronomico della Sardegna – ha aggiunto Fausto Piga – e offrire nuove opportunità di lavoro e crescita che non devono essere considerate in concorrenza con le tradizionali attività turistiche e tantomeno con quelle della ristorazione». A sostegno dell’iniziativa di FdI, anche Cristiano Rigon, fondatore di Gnammo.com, il principale portale italiano del social eating che conta oltre 250.000 iscritti, 23.000 eventi, 8.909 cuochi in 2.538 città e che ha registrato anche l’interesse di tanti sardi (2.300 utenti e 400 eventi in 70 centri): «È positivo che una regione si attivi per normare un settore oggi privo di regolamentazione  con strumenti e sostegni utili allo sviluppo dell’attività e non al suo ridimensionamento».