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4 Gennaio 2020

Inferno in Australia: i koala hanno la peggio

18 morti e tantissimi animali caduti. Le foto dei koala fanno il giro del mondo.

Un dramma infernale quello che ha colpito il sud dell’Australia. Il continente in ginocchio, avvolto dalle fiamme da diverse settimane, vede coinvolti tutti: da un lato Marina ed Esercito che stanno portando avanti una maxi evaquazione; dall’altro i vigili del fuoco del Nuovo Galles del Sud che, giovedì 2 gennaio, hanno esortato i turisti a lasciare due zone particolarmente a rischio per gli incendi che si verificheranno sabato a causa di una nuova ondata di calore con temperature tra i 40 e i 50°. La situazione è drammatica: 18 il numero di morti accertati. Ora l'attenzione è sul recupero dei superstiti e dei turisti rimasti bloccati nelle zone costiere.

Riguardo il mondo animale i numeri stanno diventando impressionanti: gli ecologisti dell’Università di Sydney hanno stimato che 480 milioni di mammiferi, uccelli e rettili sono morti fra le fiamme scoppiate dal settembre scorso. Per i koala il dramma è ancora più grave. Il Nuovo Galles del Sud è un territorio dove la presenza dei koala è molto numerosa e proprio loro hanno pagato il prezzo più pesante: 8000 esemplari sono morti bruciati o soffocati dal fumo Nonostante essi siano dotati di un pelo abbastanza spesso e abbiano una potenziale  capacità di trovare rifugio sugli alberi in caso di piccoli incendi, in caso di incendi così intensi, non hanno scampo. Alcuni giorni fa un piccolo esemplare è stato trovato vivo sotto il corpo senza vita della madre che lo ha protetto a costo della propria vita. Altri invece si avvicinano ai vigili del fuoco, ciclisti e altre persone nel disperato tentativo di ricevere acqua e aiuto.

A parte le fiamme un altro grave problema sono le alte temperature: nei giorni scorsi alcuni sono morti a causa di temperature intorno ai 50°. Lo zoo di Mogo, recentemente trasformato in un parco naturale, è stato minacciato dalle fiamme ed è stato evacuato grazie all’intervento di 15 coraggiosi guardiani che sono riusciti a salvare tutti i 200 animali in pericolo. Il direttore del parco Chad Staples ha aperto le porte di casa sua: è lì che hanno trovato rifugio gli animali più piccoli, dalle scimmie ai panda rossi, mentre i grandi - fra cui giraffe, leoni e leopardi delle nevi - sono stati trasferiti in recinti lontano dalla città. A pagare le conseguenze degli incendi non sono però solo gli animali selvatici: migliaia di animali, fra pecore e bovini d’allevamento, sono morti bruciati vivi. Nella zona di Upper Murray si calcola che 12mila bovini e 6mila pecore sono stati abbattuti perché ritenuti inguaribili o troppo costosi da curare.

I roghi fino ad oggi hanno distrutto oltre 4 milioni di ettari di foreste in cinque diversi Stati della “terra dei canguri”, un'area estesa quanto il Belgio. Poiché l'estate australe è iniziata lo scorso 22 dicembre e andrà avanti per diverse settimane, la fine dell'emergenza è ancora molto lontana e solo al termine della stessa si potrà avere una stima precisa dei danni causati dai catastrofici roghi.

@Giulia Onano