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26 Novembre 2019

Lecce - Cagliari 2-2

Prima creano, poi disfano: rossoblù dai due volti al via del mare

Un Cagliari dai due volti quello visto ieri pomeriggio allo stadio Via del Mare di Lecce: cinico, concreto e opportunista per ottanta e passa minuti, fragile, autolesionista e impaurito negli ultimi dieci. Il risultato è un rocambolesco 2-2 che lascia sensazioni differenti: da un lato l’amaro in bocca per una vittoria sfumata, che fino al minuto 81 non sembrava minimamente in discussione, dall’altro l’idea che si poteva pure perdere e che, in fondo, è un buon punto su un campo difficile, che consente ai rossoblù di riprendersi il quarto posto in classifica e di allungare a undici la striscia di risultati utili consecutivi. 


Ripartiamo proprio da quel minuto, l’81’, perché è quello il momento cruciale del match:  dopo una serie di rimpalli, La Mantia colpisce di testa verso la porta sguarnita, ma Cacciatore si traveste da Olsen e smanaccia oltre la traversa. Rigore solare e sacrosanto anche il rosso diretto. Ingenuità imperdonabile per un giocatore al quale non manca certo l’esperienza. Lapadula dal dischetto accorcia le distanze, con Olsen che sfiora la palla ma non può evitare che questa si insacchi. A quel punto si scatena un parapiglia: i due protagonisti si beccano, vanno faccia a faccia e si spintonano a vicenda, cadendo entrambi per terra. L’arbitro Mariani non può che estrarre il rosso per entrambi. Nel giro di qualche minuto, il Cagliari passa da uno 0-2 in totale controllo del match, a un 1-2 in nove contro dieci e in balia dell’avversario. Un autentico suicidio calcistico.

 
A quel punto, dicevamo, vien fuori tutta la fragilità di questa squadra, sparisce il cinismo e la concretezza che avevano consentito ai rossoblù di passare in vantaggio con Joao Pedro su rigore, nell’unica occasione creata nel primo tempo, e di trovare il gol della presunta tranquillità nella ripresa con Nainggolan dal limite, crollano tutte le certezze e quella squadra che sembrava poter ottenere il massimo col minimo sforzo si riscopre piccola e fragile.


L’ingresso di Farias tra i leccesi si rivela decisivo, perché Mattiello, buttato nella mischia dopo le espulsioni, non riesce ad arginare le scorribande sulla sinistra dell’ex dal dente avvelenato e nei primi minuti di recupero arriva anche il pareggio salentino, con Calderoni che trova il diagonale giusto per battere il neo entrato Rafael. Gli ultimi cinque lunghissimi minuti di recupero sono pura sofferenza, ma il Cagliari riesce a salvare il pareggio e la faccia, facendo tirare un sospiro di sollievo ai propri sostenitori.


Senza ombra di dubbio la squadra ha fatto un passo indietro rispetto alle gare contro Atalanta e Fiorentina, ma va detto che il terreno di gioco era pesantissimo, sarebbe stato troppo pretendere lo stesso calcio tiki-taka visto contro i viola. Guardiamo il bicchiere mezzo pieno: 25 punti e un quarto posto in classifica sono tanta roba dopo 13 giornate. Però c’è da riflettere, e tanto, sugli errori commessi nel finale di gara di Lecce, provare a farne tesoro per crescere e maturare anche nella gestione di determinati momenti della partita. Lunedì contro la Samp alla Sardegna Arena ci aspettiamo un Cagliari col coltello fra i denti. 

 

@Francesco Cucinotta