Il 25 novembre ricorre la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ricorrenza istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134.
Il 25 Novembre è la ricorrenza in cui si celebrano tutte le inziative a sostegno delle donne, le donne vittime di violenze fisiche e verbali, molestie, stalking e aggressioni tra le mura domestiche. Spesso chi uccide, violenta e abusa di una donna è l' uomo più vicino a lei.
Il 25 novembre non è una data casuale: quel giorno infatti, correva l’anno 1960, furono uccise le sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana.
L’Istat – in collaborazione con il Dipartimento per le pari opportunità e le Regioni – ha condotto la prima indagine sui 281 centri anti-violenza in Italia, diffusa a fine ottobre, secondo la quale nel 2017 si sono rivolte ai centri anti-violenza 43.467 donne (15,5 ogni 10 mila). Il 67,2% ha iniziato un percorso di uscita dalla violenza (10,7 ogni 10 mila). Tra quelle che hanno iniziato questo percorso, il 63,7% ha figli, minorenni nel 72,8% dei casi.
L’analisi Istat mette in luce un elemento su tutti: l’insufficienza dell’offerta dei centri anti-violenza. La legge di ratifica della Convenzione di Istanbul del 2013, infatti, individua come obiettivo quello di avere un centro anti-violenza ogni 10 mila abitanti. Al 31 dicembre 2017 sono attivi in Italia 281 centri anti-violenza, pari a 0,05 centri per 10 mila abitanti.
Entrando nel dettaglio dei dati, l’indagine rileva che ogni centro anti-violenza ha accolto in media 172 donne e lavora con un numero medio di 115 donne che hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza. La variabilità territoriale è elevatissima: 22,5 per 10 mila le donne accolte dai centri del Nord-est, 18,8 per 10 mila nel Centro. Anche sulle donne che hanno iniziato un percorso di uscita dalla violenza, il Nord-est presenta tassi più elevati: 16,6 contro 10,7 per 10 mila donne della media nazionale.
Le donne straniere costituiscono il 27% delle utenti prese in carico dai centri. Quelle che hanno figli minori sono il 46,4%; percentuali più elevate si registrano nelle Isole (54,8%) e nel Centro (51,3%) e, a livello regionale, in Campania (66%) e Sardegna (60%).
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