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19 Novembre 2019

20 novembre: anche la Sardegna per l'Infanzia

Diversi incontri in occasione dei 30 anni dall’approvazione della Convenzione dei diritti dell'Infanzia e dell’Adolescenza.

In occasione dei 30 anni dall’approvazione da parte dell’Assemblea delle nazioni Unite della Convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza anche i Comitati Unicef della Sardegna, come il resto dell’Italia, hanno organizzato diversi incontri di sensibilizzazione con un focus sui diritti degli adolescenti, che si svolgeranno domani 20 novembre. Per la settimana dei Diritti saranno diversi i laboratori e i seminari in tutta l’Isola e in modo particolare Cagliari raduna i ragazzi di diversi istituti da tutti i comuni, che dovranno esporre nella sede della Fondazione di Sardegna i loro elaborati – in cartaceo o su Cd - sul tema dei diritti dei ragazzi, e diversi saranno i temi ritratti nei loro lavori chiaro segno di sensibilità. Inoltre, i comuni di Cagliari, Monserrato, Selargius e Oristano hanno aderito al progetto: “Go Blue” illuminando i loro monumenti più significativi - di colore blu - nella giornata di domani, 20 novembre, simbolo dell’appello – che ogni diritto di ogni bambino e adolescente venga rispettato -. Dal Bastione di Saint Remy a Cagliari, alla Chiesa della Madonna a Monserrato, poi il comune di Selargius fino alla statua di Eleonora a Oristano, tutto sarà blu per i diritti dei bambini. La premiazione dei progetti dei bambini di tutte le scuole sarde, che hanno aderito al concorso bandito dall’Ufficio Regionale scolastico (“Unicef: il diritto a… il rovescio di…”) dal Comitato Unicef Regionale e dal Garante per Infanzia e Adolescenza, avverrà alle 11 nella sede della Fondazione di Sardegna a Cagliari. Il percorso di riflessione è durato un anno intero e in occasione del trentennale della convenzione dei diritti dell’Infanzia verrà scelto il miglior lavoro tra tutti dei giovani che hanno partecipato al concorso. Sono bambini della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado degli istituti di Cagliari, Budoni, Sassari, Oristano, Cabras, Cuglieri, Sarule, Siniscola e Lanusei. “I ragazzi hanno un piena consapevolezza del punto di violazione del diritto”, dice Lisetta Bidoni, presidente del Comitato Unicef Sardegna e spiega “abbiamo avuto delle rappresentazioni importanti dove i bambini hanno potuto rappresentare in che termini il diritto viene violato”.

 

Ci si chiede se in mondo sempre più attento, i diritti dei più piccoli vengano rispettati, nel rapporto globale di Save the Children la situazione globale non è positiva, nel mondo più povero oltre 16.000 bambini muoiono prima dei 5 anni per malattie che in altre parti del mondo sono facilmente curabili, il 18 per cento viene al mondo senza vita a causa di strutture mediche non adeguate al parto. Dal canto suo anche l’Italia preoccupa e la Sardegna non è ai primi posti soprattutto per alcuni dati: “Abbiamo due indicatori negativi e uno positivo per la Sardegna”, spiega la presidente Unicef Sardegna “Il dato più negativo riguarda la sicurezza nei luoghi della scuola”. Il luogo dove i minori trascorrono metà della giornata e dall’indagine del 2018 è emerso che le scuole sarde hanno certificati di agibilità molto bassi: “I certificati di agibilità sono bassi per il 17,6 per cento degli istituti rispetto al livello nazionale, che certifica come agibile il 38,6 medio di scuole. La Sardegna ha una certificazione di agibilità media del 21,3 per cento meno rispetto alle scuole nazionali” specifica la presidente. Altro dato negativo per l’isola riguarda il livello di povertà dei minori: “In Italia il livello medio di povertà si colloca al 22,3 per cento mentre in Sardegna abbiamo una media di minori in condizioni di povertà del 33,3 per cento. Su 100 minori, 33 sono in condizioni di povertà preoccupante”. Ma un dato è molto positivo per l’isola e riguarda il punto di vista pediatrico: “In Sardegna, per ogni 885 bambini, si può contare sul medico pediatrico mentre a livello nazionale il rapporto è 1 a 1023, quindi 138 bambini in più rispetto alla media sarda non hanno la possibilità di contare sul medico specializzato. Per la dispersione scolastica i dati sardi sono abbastanza noti e non di certo positivi: “La Sardegna si colloca in coda alla graduatoria. Addirittura, si calcola che solo il 33 per cento dei nostri minori ha conseguito il titolo di studio di licenza della scuola media superiore” conclude Lisetta Bidoni.

 

@Margherita Pusceddu