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28 Ottobre 2019

III edizione di "La città che viaggia"

Un laboratorio urbano territoriale che si svolgerà dal 30 ottobre al 24 novembre tra diversi spazi a partire da Sa Manifattura

È stata presentata stamani alla stampa nella sede di Sa Manifattura a Cagliari la terza edizione di “la città che viaggia – Festa delle creatività giovanile”, progetto pluriennale ideato dall’associazione culturale Carovana SMI (suono movimento immagine). Un sincretismo di arte e sperimentazione si fonderanno al tema della migrazione giovanile ancora una volta obiettivo cardine delle attività di un’associazione sempre in prima linea per la sensibilizzazione rivolta a tutti. Nella settimana che comincia oggi confluiscono diversi progetti come Kelenya – che sostiene la cittadinanza multiculturale attraverso la produzione di arti e altri settori - e i giovani sono già a Cagliari dall’Iran al Senegal e tanti altri paesi, il 31 si apriranno le porte al pubblico per presentare percorsi estremi di vita che attraverso l’arte possono costruire un futuro possibile e concreto. Un laboratorio urbano territoriale che si svolgerà per circa un mese, dal 30 ottobre al 24 novembre tra diversi spazi a partire da Sa Manifattura fino alla Stazione di Transito di via Dante 60, che è la sede di Carovana SMI e altri spazi cittadini dedicati all’arte in senso lato. Questa volta saranno diversi i partner che affiancheranno Carovana SMI come l’associazione tecnologia e filosofica di Torino e l’isola Quassùd di Catania, la Fondazione di Sardegna film Commission, la Caritas diocesana di Cagliari e Sa Manifattura/Sardegna Ricerche. “E’ un periodo di resa dei conti - nel senso che  -  apriremo al pubblico  dei progetti attivati da tempo. "La città che viaggia" è il nostro contenitore a lunga durata che porta i contenuti della mobilità articolata in maniera molto diversa, con il linguaggio artistico come ad esempio la danza”, spiega Ornella D’Agostino, direttrice artistica e specifica che “Attraverso l’arte invitiamo il pubblico e gli interlocutori privilegiati di questo progetto, che sono in questo caso i giovani”. Il fine del progetto che racchiude tantissime iniziative è quello di riflessione anche al momento odierno: “Nei momenti così bui dal punto di vista politico e culturale le distanze sono facili da generare e da aumentare. Questo progetto è un modo per avvicinare il pubblico, nei processi, nelle domande e nella qualità dell’incontro.”, Conclude la direttrice artistica.

 

@Margherita Pusceddu