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25 Ottobre 2019

Colloqui di lavoro: incide lo status sociale

La ricerca condotta da un’equipe di studiosi dell’Università di Yale ha garantito che i datori di lavoro assumerebbero in base al ceto sociale

La meritocrazia si conferma essere utopistica. Infatti, sembrerebbe, non ci sia un briciolo di speranza per coloro che “fortunatamente” riescono ancora a sostenere un colloquio di lavoro sulle semplici competenze. Dagli ultimi studi sembrerebbe che i “nuovi” datori di lavoro tengano conto dello status sociale dell’intervistato e assumerebbero proprio colui che dai primi secondi di colloquio darebbe l’impressione di essere più in alto nella gerarchia societaria. A dirlo la ricerca condotta da un’equipe di studiosi dell’Università di Yale che hanno garantito che i datori di lavoro o in generale qualsiasi interlocutore sia influenzato – e nella primissima impressione – dallo status sociale di chi ha di fronte. Modo di porsi, portamento, dialettica, istruzione ed educazione, senza denaro sono comunque utili? Non proprio – secondo Yale – a vincere sarebbe sempre chi appartiene ad un ceto sociale più alto. Nelle pagine del Proceedings of the National Academy of Sciences bastano pochissimi minuti di colloquio per capire i partner linguistici di una persona e questo avrebbe un impatto così forte da influenzare fortemente l'opinione al fine della futura assunzione. 

@Margherita Pusceddu