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3 Ottobre 2019

Piccole falsità pronunciate a fin di bene

Bugie bianche: una ogni tanto a fin di bene se proprio se ne non se può fare a meno.

A volte aiutano, ma non sempre sono una buona idea: le bugie, proprio come dice il proverbio, hanno le gambe corte e la verità presto o tardi finisce per venire a galla, con un impatto che fa ancora più male del dispiacere che avremmo voluto evitare. talvolta però sul lavoro, in famiglia o nei confronti degli amici ci sono situazioni in cui una verità non detta può essere la scelta migliore.

Ci sono le piccole falsità pronunciate a fin di bene, delle quali è praticamente impossibile fare a meno. A volte si tratta di frasi di cortesia (che piacere vederti, detto a una persona odiosa, della quale non sentivamo affatto la mancanza), oppure di frasi di incoraggiamento che fanno bene all’autostima del nostro interlocutore (mi piace la tua nuova pettinatura), o di una frottolina di pura solidarietà (Sì, ho visto anch’io il tuo ex in compagnia di una ragazza alla festa, ma lei era davvero un mostro!). Una delle caratteristiche delle bugie a fin di bene sta nella loro occasionalità. Una situazione che richiede un continuo inganno o una storia troppo complicata è segnale che la verità nascosta è troppo impellente per non essere portata alla luce.  A fare la differenza sono il motivo e l’intenzione per cui decidiamo di mentire. Alcune volte si mente per convenienza, per renderci più piacevoli o per difendere la privacy; altre volte lo si fa per ingannare, per trarne un vantaggio personale o, deliberatamente, per fare del male. Una piccola bugia difensiva è un peccato veniale che semplifica la vita, ma la vera e propria menzogna è un atto spregevole e non giustificabile. Se scegliamo, invece, di essere onesti fino in fondo, ricordiamo che la verità non può essere buttata in faccia alle persone senza riguardi: in questo caso si trasforma in un atto aggressivo ed essere ancora più dannoso di una deliberata bugia. Povero pinocchio...bimbo incompreso!