News

2 Settembre 2019

Cagliari-Inter

Seconda sconfitta consecutiva

Un passo avanti rispetto alla gara contro il Brescia, se non altro perché di fronte c'era una delle squadre più accreditate per la vittoria del titolo. Ma la voce “punti in classifica” è impietosa: zero. E dopo due gare giocate in casa, sinceramente, ci aspettavamo di più. All'orizzonte, ora, quindici giorni per raccogliere le idee, lavorare sodo, provare nuove soluzioni e consentire ai nuovi di integrarsi e conoscere meglio il gruppo. La pausa per le gare delle Nazionali forse calza a pennello, anche perché il ritorno in campo non è di quelli facili, visto che in calendario c'è la trasferta al Tardini contro un Parma che ieri si è concesso il lusso di vincere a Udine.

Eppure, dicevamo, si può ripartire dagli aspetti positivi della sconfitta contro l'Inter, su tutti la capacità della squadra di cambiare pelle e il saper reagire anche nel bel mezzo delle difficoltà. Il 3-5-2 scelto da Maran per opporsi allo stesso modulo di Conte ha funzionato, anche se nel primo tempo la squadra, pur riuscendo a restare compatta e a chiudere gli spazi, ha pagato la leggerezza delle due punte, spesso isolate e chiuse nella morsa dei tre difensori avversari. Joao Pedro ha corso a vuoto, mentre Cerri ha sbagliato appoggi elementari, fallendo nel compito per cui era stato messo in campo: far salire la squadra. Il gol di Lautaro Martinez, poi, era arrivato come una punizione forse eccessiva dopo una prima frazione giocata sostanzialmente alla pari (ma ha acceso un campanello d'allarme: possibile che si soffra così tanto sulle palle alte?).

Logico il cambio Cerri-Simeone a inizio ripresa, anche perché l'ex Perugia aveva sprecato una ghiotta occasione sul finire del primo tempo; meno scontata, invece, la reazione veemente dei rossoblù, che cinque minuti dopo il rientro sul terreno di gioco hanno riacciuffato l'Inter: grande giocata di Nandez sulla destra, cross in mezzo per Joao Pedro che sovrasta D'Ambrosio e spiazza Handanovic. Tutto perfetto e fin troppo bello: Pellegrini e Nandez fra i migliori sulle fasce, Joao Pedro che si trasforma in Pavoletti e studia da prima punta e Simeone che entra con la 'garra' giusta.

Purtroppo, però, l'1-1 risveglia anche la squadra di Conte, che riprende a fare la partita e a stazionare sempre di più nella metà campo avversaria. Prima la traversa su punizione di Sensi, poi lo stesso giocatore della Nazionale, lanciato in verticale da Lukaku è bravo a eludere la marcatura di Pisacane con una 'ruleta' alla Iniesta e furbo nel trovare il contatto in area di rigore. Maresca non ha dubbi, nonostante i fischi della Sardegna Arena, e Lukaku ringrazia, spiazzando Olsen con un rasoterra angolato alla sinistra del portiere rossoblù.

A quel punto, Maran inserisce Castro al posto di Pisacane, tornando al 4-3-1-2 e chiedendo a Nandez di sacrificarsi nel ruolo di terzino destro. Purtroppo però il Cagliari non riesce mai a impensierire Handanovic, anzi sono i nerazzurri, con Lukaku e il neo entrato Politano, a sfiorare in due occasioni il terzo gol.

Gli applausi di incoraggiamento dei sedici mila della Sardegna Arena al fischio finale servano ora alla squadra per ripartire immediatamente e per trovare la giusta serenità per il proseguo del campionato. I presupposti per lavorare bene ci sono tutti: la squadra è cambiata parecchio rispetto allo scorso campionato ed evidentemente non è ancora terminata la fase di rodaggio. Fra due settimane Parma non sarà di certo un'ultima spiaggia, ma c'è da cancellare al più presto quello zero in classifica che inizia a recare un certo fastidio.