a Johnson & Johnson è stata condannata a pagare 572 milioni di dollari perché ritenuta responsabile di aver alimentato la crisi degli oppioidi in Oklahoma. La multinazionale con la somma dovrà rimediare alla devastazione creata dall'epidemia nello stato Usa, di cui è stata considerata colpevole. La società ha annunciato che farà ricorso contro la storica decisione di Thad Balkman, giudice distrettuale della contea di Cleveland.
Quello che vede coinvolta la J&J è il primo processo contro un produttore di oppioidi ed è considerato un termometro per le altre 2.000 azioni legali avviate negli Stati Uniti contro diversi produttori, distributori e rivenditori dei medicinali incriminati, ritenuti responsabili della morte di 400.000 persone negli Usa dal 1999. "La crisi degli oppioidi ha devastato lo stato dell'Oklahoma e deve essere affrontata immediatamente" perché è una "crisi che rappresenta un pericolo imminente e minaccia i cittadini dello stato" afferma Balkman annunciando la sua decisione, con la quale regala un'importante vittoria al procuratore generale dell'Oklahoma, Mike Hunter.
Johnson & Johnson intende presentare ricorso contro la decisione. Jansenn, la divisione del colosso chiamata in causa, non è "la causa della crisi degli oppioidi in Oklahoma" afferma Michael Ullmann, legale e vice presidente esecutivo di Johnson & Johnson. "Riconosciamo che la crisi è un tema di sanità pubblico complesso" aggiunge. Johnson & Johnson reagisce comunque positivamente a Wall Street, dove sale del 4% grazie a una multa decisamente inferiore alle attese.