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22 Luglio 2019

Santa Teresa di Gallura al centro attività WWF

Inaugurato un centro didattico informativo

Con l’inaugurazione del Centro Didattico Informativo a Santa Teresa Gallura (Lunedì 22 luglio alle 19,00) il WWF Italia continua il lavoro per la costruzione di una rete di centri territoriali aperti al pubblico: luoghi d’incontro e di scambio culturale, laboratori per la formazione e l’educazione, sedi di mostre dedicati al racconto e alla difesa della biodiversità, alla tutela del mare e della natura protetta oltre che di informazione e sensibilizzazione sui cambiamenti climatici.

Il Centro Didattico e Informativo di Santa Teresa Gallura si inserisce nel percorso tracciato a Milano con Oasi 2030 realizzato in collaborazione con l’Università di Pavia, con il BioMA, il Biodiversitario marino nella Riserva marina di Miramare a Trieste, il Casale Giannella (Casa del Mare) a Orbetello, il Museo della Biodiversità di Monticiano ed il Centro Ambiente di Morigerati - Oasi Grotte del Bussento. Con il Centro Didattico Informativo ristrutturato anche grazie al contributo della Fondazione di Sardegna, Santa Teresa Gallura torna al centro delle iniziative del WWF rispetto alle attività di tutela degli ambienti marini, della difesa dei cetacei e della lotta all’inquinamento da plastica che ormai è una emergenza planetaria. La scelta di Santa Teresa, già protagonista di numerose battaglie del WWF non è casuale, così come non è casuale l’edificio ristrutturato che è stato donato nel 1997 al WWF Italia dal Prof. Andrea Quiliquini, ambientalista di altissimo spessore che ha dedicato la sua vita alle battaglie in difesa del mare e dell’ambiente sotto la bandiera del Panda e a cui è stata intitolata una targa commemorativa nel centro. La targa riporta una frase scritta dal fondatore del WWF Italia Fulco Pratesi «Ad Andrea Quiliquini che ha difeso con passione e generosità la sua Gallura e la natura della Sardegna. Con imperitura stima e riconoscenza. Fulco Pratesi, fondatore del WWF Italia.

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L’ESTERNO. A guidare il progetto di ristrutturazione è stata l’intenzione di salvaguardare le caratteristiche tipiche dell’architettura di Santa Teresa oltre a quelle specifiche dell’edificio: il tutto però con un occhio alla funzione che l’edificio dovrà svolgere, con la possibilità di ospitare visitatori e classi scolastiche in tutta sicurezza. Questo ha comportato un lavoro che nel rispetto del luogo permettesse di sfruttare al massimo gli spazi. La nuova apertura con il cancello scorrevole consente l’ingresso dei visitatori non compromettendo gli spazi della corte. L’intonaco dei muri perimetrali è stato completamente restaurato lasciando a vista ampie porzioni delle pietre originali per testimoniare la presenza di muri antichi in fango e pieta. Il WWF ha affidato ad alcuni ragazzi del posto il compito di recuperare due murales sulla parte esterna del muro perimetrale che testimoniano la presenza storica del WWF in Gallura. Grazie al contributo della Delphina spa all’interno della corte sono stati messi a dimora alberi e piante tipici della macchia mediterranea.

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GLI ALLESTIMENTI. Parallelamente alla ristrutturazione esterna si è puntato sulla realizzazione di un allestimento interno immersivo nel quale il visitatore può scoprire con la combinazione di più sensi contenuti ed informazioni legati alla salvaguardia degli ambienti marini, del territorio di cui l’immobile fa parte, le battaglie che lo hanno segnato ed informazioni sulla salvaguardia ambientale in generale.

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UN PERCORSO ESPERENZIALE. L’obiettivo finale è quello è quello di creare un percorso esperienziale in cui sensazioni positive legate al mare si alternano all’urgenza di mobilitarsi nei confronti di emergenze come l’inquinamento da plastica , il peso eccessivo dei trasporti e la pesca illegale.

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La sala didattica informativa non a caso è stata chiamata Sala Immersiva dei Mari Profondi.

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GLI SPOT. Nel coso dell’evento di inaugurazione sono stati proiettati anche tre nuovissimi spot che hanno come soggetto tartaruga, balena e manta della Campagna del WWF contro l’inquinamento da plastica in natura che sono disponibili a questo link per essere scaricati.

“Per il WWF Santa Teresa Gallura è casa. Lo è perché sia per ragioni che affondano le proprie radici nel passato, le grandi battaglie di cui l’associazione insieme al rimpianto Andrea Quiliquini è stata protagonista e per ragioni che guardano al futuro: le battaglie per far sì che il santuario dei cetacei Pelagos esca dalla carta e diventi, davvero, la più grande (non solo per esensione geografica) area protetta del Mediterraneo. Questa battaglia avrà per protagoniste le Bocche di Bonifacio il cui attraversamento nonostante le prescrizioni internazionale continua ad essere ancora fonte di rischi assurdi per un ambiente straordinario e che deve essere difeso. È ormai evidente che stiamo arrivando ad un punto di non ritorno: nel 2050 avremo nel nostro mare più plastica che pesce. Il momento di agire per invertire la rotta è ora! Per questo serve un ambientalismo forte e popolare in grado di coinvolgere le persone, in grado di favorire comportamenti individuali e collettivi in grado di fare davvero la differenza per pesare meno sul pianeta. Il centro di Santa Teresa Gallura, così come gli altri centri che il WWF sta disseminando in tutto il territorio hanno proprio l’obiettivo di creare una mappa informativa e formativa in grado di coinvolgere i visitatori convincendoli che il futuro che avremo dipende anche dalle loro scelte di oggi”, ha dichiarato la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi.

SCHEDA

PERCHÉ SANTA TERESA. L’associazione, infatti, sin dagli anni ’90 del Novecento, si è impegnata nella difesa del mare gallurese. Prima con una proposta di parco marino che comprendeva le acque da Capo Testa fino a Monti Russu. Un progetto in parte recepito quando il Ministero dell’Ambiente ha individuato un elenco di aree marine da tutelare e poi diventato realtà con l’istituzione dell’Area marina Protetta di Capo Testa – Punta Falcone (istituita il 17 maggio 2018).

IL PARCO INTERNAZIONALE DELLE BOCCHE DI BONIFICACIO. La battaglia successiva è stata quella di proporre il divieto di passaggio delle petroliere lungo lo stretto delle Bocche di Bonifacio, un’area molto pericolosa alla navigazione e allo stesso tempo di grande valore naturalistico. Grazie anche alle campagne del WWF, si è ottenuta l’attenzione delle organizzazioni internazionali che si occupano di mare, come l’IMO (International Maritime Organization) che ha adottato due risoluzioni (nel 1993 e nel 2012) a favore di un impegno dei Paesi che utilizzano le Bocche fino al riconoscimento (dal 15 luglio 2011), dello Stretto di Bonifacio e le zone circostanti come “Area marina particolarmente sensibile” (Particularly Sensitive Sea Area -PSSA). Si tratta della prima PSSA del Mediterraneo e la seconda al mondo a riguardare uno stretto internazionale.

La battaglia madre resta, però, il Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio. Fu proprio il WWF a farsi promotore della prima ipotesi di area protetta internazionale, scaturita con l’accordo italo-francese del 19 gennaio 1993 quando Italia e Francia si sono date come obiettivo la tutela dell’ambiente marino, attraverso l’armonizzazione delle norme di protezione ambientale e delle misure per uno sviluppo economico-sociale sostenibile. Un altro passaggio fondamentale è stato l’accordo tra i Ministri dell’Ambiente italiano e francese (Prestigiacomo-Borloo) del 2010), per la creazione del parco marino transnazionale delle Bocche di Bonifacio.

PARCO NAZIONALE DELLA MADDALENA. In attesa che il Parco diventi realtà, nello stretto sono stati istituti nel versante italiano il Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena e l’Area marina Protetta di capo Testa-Punta Falcone; sul versante francese la Riserva Naturale delle Bocche di Bonifacio, la Riserva Naturale delle Isole Cerbicali, la Riserva Naturale delle Tre padule de Suartone e altre acquisizioni della Conservatoria delle Coste. Inoltre, tra l’Ufficio dell’Ambiente della Corsica e l’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena è in atto un accordo tramite la creazione di un Gruppo Europeo di Cooperazione Internazionale (G.E.C.T.), nato all’interno del programma INTERREG e ha come obiettivo proprio la collaborazione tra le parti in difesa e valorizzazione dell’area.