Le liste d’attesa, un problema datato che non ha immediata soluzione, e che crea molti problemi per le cure sanitarie della cittadinanza nazionale e regionale. I pazienti non hanno molte garanzie, in questo senso l’erogazione delle prestazioni non è adeguata né in fase di programmazione né in fase di realizzazione, nfatti, risulta impossibile la corretta gestione della tempistica degli appuntamenti da parte di personale amministrativo. Inadeguati sono anche i tempi delle singole prestazioni rispetto ai problemi concreti. Nell’ultimo anno, sono 20 milioni, gli italiani - il 38,7% della popolazione adulta - che hanno sperimentato la criticità delle liste d’attesa per accedere a prestazioni specialistiche, oppure per un ricovero in ospedale.
Che le liste d’attesa siano uno dei principali problemi registrati nel nostro Servizio Sanitario Nazionale lo dimostra il Rapporto annuale “Ospedali & Salute 2018”, presentato in Senato a inizio 2019 e promosso dall’Associazione Italiana Ospedalità Privata (realizzato dalla società Ermeneia – Studi & Strategie di Sistema). Nel rapporto si analizza l’andamento del sistema ospedaliero italiano, dal punto di vista degli utenti in relazione alla domanda di prestazioni sanitarie e la qualità dell’assistenza, e da quello delle strutture sanitarie che devono organizzarsi per rispondere in maniera efficace ad una domanda di salute che aumenta e che si diversifica. Cosa emerge dallo studio?: Nell’ultimo anno, le liste d’attesa più lunghe – oltre i 60 e fino a 120 giorni – hanno interessato il 35,6% degli utenti per le visite specialistiche, il 31,1% per i piccoli interventi ambulatoriali, il 22,7% per gli accertamenti diagnostici e il 15% per i ricoveri in ospedale pubblico per interventi più gravi. Le attese tra i 30 e i 60 giorni - per l’accesso a visite specialistiche, accertamenti diagnostici e ricoveri - hanno riguardato rispettivamente il 22,6%, 20% e 18,3% degli utenti.
Oltre alla condizione del paziente i punti cardine da affrontare per risolvere le tante attese della cittadinanza, sono: l’adeguata valutazione del fabbisogno organico medico e il ripristino delle carenze. Per la Sardegna l’importante tema è stato affrontato circa quattro mesi fa in un incontro all’Ordine dei medici dei rappresentanti dei medici di medicina generale, della guardia medica e dei medici specialisti ambulatoriali. L’incontro si è reso necessario dopo le disposizioni adottate in campo nazionale e fatte proprie dall’Ats. Dall’incontro risulta che tra le problematiche più sentite della sanità pubblica le liste d’attesa occuperebbero una posizione preminente.
Ecco perché, sia a livello nazionale che regionale, c’è un acceso dibattito sull’argomento e sull’emanazione di provvedimenti finalizzati all’abbattimento delle liste d’attesa. Per quanto riguarda l’isola, l’Ats Sardegna avrebbe affrontato il problema con la riorganizzazione le modalità di prenotazione delle visite attraverso il Centro unico di prenotazione (Cup) con l’individuazione dei codici di priorità - che i medici prescrittori dovrebbero assegnare alle prestazioni richieste - con la ridistribuzione delle visite sull’intero territorio regionale. L’altro caposaldo del modello Ats per ridurre le liste d’attesa consisterebbe nell’identificazione di un “tempario” relativo alle diverse prestazioni cliniche e strumentali, sul quale basare l’assegnazione degli appuntamenti nelle varie sedi.
@Margherita Pusceddu