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11 Giugno 2019

Dischi in vinile

Quali sono gli Lp più cari

Anche tra i più giovani, quelli cresciuti nelle case di coloro che del giradischi si sono già liberati, si è o si sta imparando a riconoscere la modalità d’ascolto in 33 34 giri, quella che non si può riprodurre con il digitale. Ed ecco così la crescita e il ritorno del vinile. Tantissimi i lettori portatili a forma di valigetta, molto richiesti sul mercato online.

 

Ma quali sono gli Lp più cari, quelli cui valore di mercato supera di tanto quello di copertina?. E soprattutto come è possibile che costino così tanto? La risposta all’ultima domanda non è scontata, dato che i vinili più costosi appartengono a gruppi musicali, molti conosciutissimi nella scena musicale internazionale. La pubblicati su mercati minori con piccole o grandi varianti di copertina o cui contenuti li hanno resi davvero unici.

 

Kill ‘Em All” – Metallica

Un valore superiore agli 800 euro per l’edizione giapponese della Nexus International del 1984, distribuita dalla King Record Co.

 

“Piece Of Mind” – Iron Maiden

Valore: 2.500 euro.

Le edizioni sudamericane con l’uso del vinile colorati meritano un’attenzione particolare. Il blu è il colore scelto per questa rara versione colombiana, edita dalla EMI con una cover dagli angoli arrotondati.

 

“Delicate Sound Of Thunder” – Pink Floyd

600 euro: è la quotazione di questa versione sud coreana dell’album dei Pink Floyd con copertina apribile.

 

“Unmasked” – Kiss

400 euro.

La prima edizione messicana di “Unmasked” dei Kiss, distribuita in vinile multicolore si abbina alla copertina a fumetti. L’etichetta è Casablanca, l’anno il 1980.

 

“Appetite For Destruction” – Guns N’ Roses

Fino a 300 euro (versione americana)

L’album uscito il 21 luglio 1987, fu presto ritirato dal commercio a causa della copertina che raffigurava un quadro di Robert Williams intitolato proprio “Appetite for Destruction” e, pare, illegalmente utilizzato come cover. L’edizione che quasi tutti conosciamo reca poi il definitivo disegno con la croce celtica.

@Margherita Pusceddu