News

25 Luglio 2018

Tassa Rifiuti: freno allo sviluppo imprese

Le nostre imprese continuano a pagare l’ingiusto

 

LA TASSA RIFIUTI: un freno allo sviluppo delle imprese

 

La Sardegna paga meno, ma Cagliari è la città più cara dell’Isola.  La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato, se si considerano le iniquità che lo caratterizzano, per le imprese del nostro territorio.

Dai dati raccolti dal portale Confcommercio www.osservatoriotasselocali.it che riferiscono al 2016 si conferma la continua crescita della Tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti e i divari di costo tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizioni e nella stessa provincia. A seconda del Comune in cui si trova, in Sardegna un ufficio o uno studio professionale può pagare dagli 2,12 (Oristano) ai 4,76 euro al metro quadrato (Cagliai), per i negozi di abbigliamento le richieste locali variano da 2,77 (Nuoro) ai 4,71 euro (Cagliari) al metro e nel caso dei supermercati i valori triplicano, dai 2,57 euro al metro chiesti a Oristano agli 8,57 richiesti a Cagliari.

 

La nostra Regione rispetto alle altre e alla media nazionale si colloca in una buona posizione. Secondo gli ultimi dati del portale Confcommercio relativi all’anno 2017 i ristoranti, pizzerie e pub in Sardegna pagano 11,37 contro una media nazionale di 13,72.

Dai dati emersi comunque risulta evidente come sia urgente una profonda revisione dell’intero sistema capace di superare definitivamente la logica dei coefficienti presuntivi di produzione con un sistema che rispetti il principio europeo “chi inquina paga”, che tenga conto di specifiche esenzioni/agevolazioni per le attività stagionali e per le aree scoperte operative e che venga confermato il principio secondo il quale il tributo non è dovuto, né in parte fissa né in parte variabile, per i rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato a recupero.

 

Sarà fondamentale”, ha spiegato Giuseppe Scura, direttore di Confcommercio Sud Sardegna, “anche a livello regionale, introdurre misure che leghino in maniera sempre più vincolante la determinazione dei costi del servizio a parametri di efficienza ed a misure volte a garantire un’equa e oggettiva ripartizione tra la componente domestica e non domestica e tra parte fissa e variabile. Per esempio si potrebbero raggiungere già degli ottimi risultati razionalizzando le gare d’appalto per la concessione del servizio raccolta rifiuti”.