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10 Maggio 2018

Costi nella bolletta del telefono

La telefonia si conferma regina incontrastata dei reclami che ogni giorno giungono agli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori

La telefonia si conferma regina incontrastata dei reclami che ogni giorno giungono agli sportelli dell’Unione Nazionale Consumatori; negli ultimi mesi, complice il “pasticcio” della fatturazione a 28 giorni, il numero di segnalazioni è persino triplicato!

Anche se spesso si tratta di cifre irrisorie, pochi centesimi o qualche euro, sul lungo periodo possono fare la differenza. E poi a far arrabbiare i consumatori è l’atteggiamento di quelle compagnie che fanno del rapporto con il cliente il proprio vanto per poi somministrarci tutte queste opacità alla prima occasione.

Avete una minima idea di quanti costi sono nascosti nella nostra bolletta del telefono? Questi importi, dei quali spesso neanche ci accorgiamo, fanno lievitare la fattura mese dopo mese!

Noi dell’Unione Nazionale Consumatori abbiamo dichiarato una guerra totale alle aziende delle Telco a seguito della vicenda delle bollette a 28 giorni: abbiamo denunciato le scorrettezze informative sul recesso, gli inganni della fibra ed ora abbiamo lanciato una ampia denuncia degli operatori Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb all’Autorità Antitrust con l’accusa di addebitare in modo non trasparente alcuni costi dei servizi.

E voi conoscete ogni singola voce della vostra bolletta? Date un’occhiata a questi 10 addebiti e ne scoprirete delle belle! E per commentare sui social utilizzate l’hashtag #costinascosti.

Chiama Ora”, “Ti ho cercato”, “Chiamami”: sono i servizi che avvisano l’utente nei casi in cui non è stato possibile contattarlo. Il problema è che non tutti sanno che sono servizi a pagamento! Nello specifico: Vodafone richiederebbe € 0,12 al giorno (ma solo quando utilizzato), Wind € 0,19 a settimana, Tre € 1,50 euro al mese e Tim € 1,90 al bimestre.

L’ascolto dei messaggi in segreteria ha un costo, ma non è comunicato adeguatamente ai consumatori. Tre, ad esempio, fa pagare € 0,20 a chiamata indipendentemente dalla durata della chiamata o dall’ascolto dei messaggi, mentre per Tim il costo per l’ascolto dei messaggi ricevuti varia a seconda del piano tariffario; più cara Vodafone, che per ogni chiamata alla segreteria telefonica per ascoltare i messaggi o per personalizzare le impostazioni richiede 1,50 euro al giorno (solo in caso di utilizzo).

I piani tariffari base quanto costano? Tim, Vodafone e Wind pretenderebbero circa € 0,50 centesimi a settimana. In particolare, Tim avrebbe attivato automaticamente l’opzione “TIM Base” unitamente ad offerte promozionali in modo gratuito per i primi 30 giorni e, al contempo, previsto un costo per la disattivazione di 3 euro (importo ingiustificato perché all’utente viene attivato un piano tariffario a sua insaputa, che è gratuito solo all’apparenza, atteso che per disdirlo deve pagare 3 euro).

I “costi di incasso” o “altri costi”: sembrerebbe che tutti gli operatori addebitino a carico degli utenti, indipendentemente dalla modalità di pagamento prescelta, i costi di incasso. Non è dato sapere a quali servizi siano imputati tali costi che, tuttavia, si trovano puntualmente fatturati nelle bollette. Ad esempio, Fastweb prevede il pagamento di € 1,81 sotto la voce “altri costi”, sebbene non specifica, neanche in via generica, a cosa sarebbe imputabile tale somma.

Il “tutto incluso” non è sempre reale… alcuni operatori non informerebbero i propri clienti dell’addebito di costi aggiuntivi per chiamate da linea fissa sebbene il contratto di abbonamento preveda la formula “tutto incluso”. Ci risulta ad esempio che Tim richieda il pagamento a consumo di chiamate verso altri operatori (per il momento è stato accertato nei confronti di Fastweb) nonostante il contratto con l’utente preveda che fossero incluse.

Il pagamento della chiamata per conoscere il credito residuo. Vodafone prevede un costo pari a € 0,40 per ogni telefonata al numero 414: beffa nelle beffe visto che nessun altro operatore la prevede e che lo stesso servizio è offerto -anche da Vodafone- gratuitamente tramite App o sito internet.

Il servizio antivirus a pagamento: Vodafone ha introdotto un servizio antivirus denominato Rete sicura: questo, inserito di default all’attivazione della sim, è gratis per i primi 3 rinnovi, poi costa € 1 ogni 4 settimane. Purtroppo, si rileva che molti utenti hanno lamentato di aver appreso che il rinnovo del servizio fosse a pagamento solo dopo aver ricevuto l’addebito del costo.

L’omessa o inadeguata informativa circa i costi del servizio tethering: Vodafone non renderebbe immediatamente percepibile che il servizio di navigazione in modalità hotspot ha un costo “ulteriore” rispetto alla cd. tariffa base. A conferma della supposta scorrettezza della pratica commerciale in questione, si ricorda che l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha diffidato Vodafone per aver imposto un pagamento per la fruizione del servizio di connettività ad internet da rete mobile in modalità tethering.

L’addebito di penali in caso di recesso da un contratto di abbonamento. Facciamo una premessa: se il recesso avviene prima della scadenza del termine minimo di durata del contratto, ma è giustificato dalla non accettazione delle variazioni contrattuali proposte dal gestore, nulla è dovuto dall’utente. Sembrerebbe invece che con Tim, l’attivazione di Tim Special Medium è 5 euro in promozione (da 44 di listino per addebito su carta di credito), ma se si passa ad altro operatore prima di 24 mesi la penale prevista è di 39 euro. Discorso analogo con Wind che prevede una penale di 16 euro per il recesso prima di 24 mesi e con Tre, che richiede 49 euro se si disdice il vincolo di All-In Prime Special anticipatamente. Mentre Vodafone, se la promozione Vodafone Smart viene abbandonata prima di aver ricaricato il conto almeno di 180 euro, richiede come penale 26 euro.

L’addebito di costi di attivazione delle sim nei punti vendita. Tutti gli operatori richiederebbero agli utenti che intendono attivare una sim nei punti vendita, oltre che il costo della scheda (in genere 5 euro), un ulteriore costo una tantum per la sua l’attivazione (prezzo che varia dai 3 ai 5 euro indebitamente richiesto ai consumatori, considerato che l’attivazione sul portale online del gestore è gratuita).

Insomma di costi nascosti in bolletta ne abbiamo trovati diversi, sarà l’Antitrust a stabilire se esistono degli illeciti, ma in ogni caso auspicheremmo ben altro atteggiamento da parte delle compagnie che possono sicuramente farsi la guerra dei prezzi, ma lo facciano in maniera trasparente!

Redazione Sintony News: Monica Magro