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11 Aprile 2018

11 aprile 1988, arrivano in Italia le cinture

11 aprile 1988, arrivano in Italia le cinture di sicurezza. Data storica per la sicurezza stradale.

Data storica per la sicurezza stradale. Furono inventate da Nils Bohlin nel 1959 e montate per la prima volta su una Volvo. L'ufficio brevetti tedesco ha inserito l'invenzione delle cinture fra le otto che più hanno influito sulle sorti dell'umanità.
La data è storica: l'11 aprile del 1988 debuttava sulla nostra Gazzetta Ufficiale il decreto che dava il via a partire poi dal 26 aprile successivo, l'obbligatorietà delle cinture di sicurezza nelle auto degli italiani. Entrava così in vigore la legge 111 del 18 marzo 1988 che introduceva anche nel nostro Paese l'obbligo di installare e di usare le cinture di sicurezza di tipo omologato a bordo dei veicoli.

Una svolta storica per la sicurezza stradale, considerando che questa invenzione riduce del 40% le vittime in incidenti stradali e che l'ufficio brevetti tedesco ha inserito questa invenzione fra le otto che più hanno influito sulle sorti dell'umanità.

Impossibile definire con precisione il numero di vite umane salvate dalle cinture a tre punti a partire dagli anni '60, perché non esistono statistiche coordinate a livello globale sulla sicurezza stradale, ma si stima che sia leggermente superiore a un milione, e che il numero di coloro cui le cinture di sicurezza hanno evitato lesioni gravi sia superiore di molte volte a tale valore.

L'Italia, manco a dirlo, arrivò con l'appuntamento dell'obbligo con le cinture in enorme ritardo, considerando che apparvero per la prima volta nel 1959, su una Volvo. Non solo: il decreto attuativo lasciò allora ancora altri 12 mesi di tempo per adeguare tutte le auto immatricolate dopo il primo gennaio 1978, in quanto la scadenza ultima venne fissata per il 27 aprile del 1989.

Il genio che inventò le cinture di sicurezza a tre punti si chiamava Nils Bohlin, un progettista nato nel 1920 a Härnösand in Svezia (deceduto nel 2002, all'età di 82 anni) che iniziò la sua carriera presso la Svenska Aeroplan Aktiebolaget (ossia la Saab) come ingegnere aeronautico. E fu subito chiaro a tutti che Nils era un vero fenomeno e non a caso già 1955 divenne responsabile dello sviluppo dei sedili eiettabili e degli altri dispositivi di sicurezza per i piloti.

La strada era tracciata, anche se va detto che Bohlin più ce studiare le cinture era al lavoro su altro: un fenomeno diametralmente opposto a quello delle cinture. Ossia cercare la massima protezione possibile dell'organismo umano nei casi di decelerazione estrema.

Ma alla Volvo in quegli anni erano letteralmente fissati per la sicurezza stradale. Per loro era una vera ossessione E nel 1958 Gunnar Engellau, all'epoca presidente della casa svedese lo assunse infatti come specialista della sicurezza.

La Volvo infatti proprio in quel periodo stava studiando come evitare che pilota e passeggeri in caso di incidente andassero a sbattere sulla plancia, sul parabrezza o altri parti dell'abitacolo. Stavano lavorando per rendere "l'atterraggio" morbido, quindi su piantone dello sterzo collassabile, cruscotto imbottito. Ma ci si rese conto che forse si poteva percorrere una strada opposta, quindi legare pilota e passeggeri ai sedili, magari con cinture diagonali a due attacchi.

Ma non mancavano problemi: la fibbia delle cinture si trovava all'altezza della cassa toracica, vale a dire in una posizione dove finiva per danneggiare gli organi delicati del corpo, invece di proteggerli.

Lo stesso Gunnar Engellau aveva perso alcuni familiare in incidenti d'auto, sembra a causa delle carenze delle cinture a due punti. Affidò quindi a Bohlin il compito di sviluppare un'alternativa migliore.

Bohlin si rese presto conto della necessità di trattenere correttamente al loro posto sia la parte superiore, sia quella inferiore del corpo, con una fascia diagonale sul petto e un'altra trasversale sul bacino. La sua sfida principale consistette nel creare una soluzione semplice da utilizzare, ma al contempo efficace, in quanto la cintura doveva poter essere indossata con una sola mano. Nel 1958 il suo impegno culminò nella domanda di brevetto relativa alla sua cintura a tre punti. Bohlin incorporò nel suo progetto quattro regole d'oro che considerava della massima importanza: la cintura comprendeva una fascia per le anche o i fianchi e una diagonale per il busto, entrambe disposte correttamente da un punto di vista fisiologico, ossia trasversalmente ai fianchi e alla cassa toracica, e fissate a un punto di ancoraggio situato in basso accanto al sedile.

La geometria della cintura somigliava a una "V" con la punta rivolta in giù, verso il pavimento. Una volta sotto carico, la cintura rimaneva inoltre al suo posto, senza spostarsi. Ed è proprio questa la differenza essenziale fra l'efficace cintura a V progettata da Bohlin e la precedente configurazione a tre punti del tipo a Y (Griswold), al punto che Volvo mise immediatamente a disposizione di tutti i costruttori automobilistici il brevetto del suo geniale progettista. Onore al merito