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5 Aprile 2018

Nasce l'Atlante genetico dei tumori

Nasce l'Atlante genetico dei tumori, per individuare terapie più precise. Identificate le 10mila anomalie che li scatenano

E' PRONTO l'Atlante genetico dei tumori: raccoglie l'identikit di 10.000 anomalie genetiche da colpire e permetterà di ottenere cure più precise. E' un'impresa colossale, pubblicata in 29 articoli su 4 riviste scientifiche, ed è il frutto di 10 anni di ricerche del progetto internazionale Atlante del genoma del cancro, guidato dagli americani del National Institutes of Health (Nih), che lo hanno finanziato con 300 milioni di dollari.

Dopo aver analizzato i dati genomici e molecolari che caratterizzano 33 tipi diversi di cancro, studiati su oltre 10mila pazienti, è stato messo a punto il primo Atlante del cancro e delle mutazioni che possono caratterizzarlo. Ad annunciarlo sono stati i ricercatori che hanno preso parte alla Pan-Cancer Initiative, una mega-collaborazione lanciata nel 2012 con lo scopo di studiare i tumori da una nuova angolazione, quella molecolare. Il Pan-Cancer Atlas è la mappa più completa del cancro creata fino ad ora. E' il risultato di uno sforzo americano congiunto tra il National Cancer Institute (NCI) e il The National Human Genome Research Institute (NHGRI). I risultati sono stati raccolti in 27 articoli scientifici diversi, pubblicati su numerose riviste, come Cell, Cancer Cell, Cell Reports e Immunity. Le implicazioni sono importantissime e promettono di rivoluzionare l'approccio terapeutico al cancro. La prima importante conclusione raggiunta dai ricercatori è che i tumori che originano da diversi organi possono condividere aspetti comuni a livello molecolare, mentre i tumori che nascono nello stesso tessuto o organo possono avere profili genomici diversi.

Le informazioni ottenute "possono avere implicazioni cliniche reali", ha detto Josh Stuart, docente dell'Università della Califarnio di Santa Cruz e organizzatore della Pan-Cancer Initiative. "In alcuni casi, si potranno prendere in prestito pratiche cliniche utilizzate per malattie più note e applicarle a tumori per i quali le opzioni di trattamento sono meno ben definite", ha aggiunto. I ricercatori hanno dimostrato che tutti i 33 tipi di tumore potrebbero essere riclassificati in 28 sottotipi molecolari diversi, in base al loro patrimonio genetico e cellulare e indipendentemente dal loro sito di origine anatomica. Quasi due terzi di questi sottotipi prima erano considerati eterogenei in base alle caratteristiche istologiche e sarebbero stati quindi trattati in modo diverso.

Già in uno studio precedente gli stessi ricercatori avevano dimostrato che, usando le nuove informazioni, un caso di cancro su 10 verrebbe classificato diversamente con implicazioni sia nel trattamento che negli studi clinici. "Piuttosto che l'organo di origine, ora possiamo  utilizzare le caratteristiche molecolari per identificare la cellula di origine del cancro - ha detto Li Ding della Washington University e il principale scienziato del TCGA - .Stiamo osservando quali geni sono 'attivati' nel tumore  e questo ci porta a un particolare tipo di cellula. Per esempio, i tumori a cellule squamose possono insorgere a livello polmonare, vescicale, cervicale e alcuni tumori della testa e del collo. Tradizionalmente abbiamo trattato i tumori in queste aree come malattie completamente diverse, ma studiando le loro caratteristiche molecolari, ora sappiamo che questi tumori sono strettamente correlati. I tumori originati, per esempio, nelle cellule epiteliali che rivestono vari organi sono strettamente correlati, indipendentemente dalla loro posizione".  Inoltre, nel lavoro, i ricercatori hanno identificato circa 300 geni che guidano la crescita del tumore. E hanno scoperto che poco più della metà di tutti i tumori analizzati hanno mutazioni genetiche che potrebbero essere prese di mira da terapie già approvate per l'uso nei pazienti. Gli scienziati hanno anche raccolto importanti informazioni circa le origini delle mutazioni che portano al cancro, che non sono tutte ereditarie.

"Per i 10.000 tumori che abbiamo analizzato, ora sappiamo - in dettaglio - quali sono le mutazioni ereditate responsabili del cancro e quali sono gli errori genetici che si accumulano quando le persone invecchiano, aumentando così il rischio di cancro", ha detto Ding. Questo atlante potrebbe dare anche un'importante spinta all'immunoterapia, contribuendo a identificare quali tumori - caratterizzati da determinate mutazioni - possono beneficiare dei cosiddetti inibitori del checkpoint, ovvero farmaci che "sbloccano" la risposta del sistema immunitario contro il cancro. Infine, i risultati del lavoro potrebbero essere utilizzati per riesaminare i dati di precedenti studi clinici. Molte volte, una piccola percentuale di pazienti in un dato studio ha risposto bene a una terapia sperimentale, ma molti altri no e i ricercatori non hanno capito il perchè.
Forse un farmaco non è stato approvato a causa di questi risultati contraddittori, ma alcuni pazienti con determinate mutazioni del cancro potrebbero trarne beneficio. Il nuovo atlante potrebbe rimettere in gioco queste terapie.

"E' una vera e propria rivoluzione per il trattamento del cancro", commenta il genetista Giuseppe Novelli, rettore dell'università Tor Vergata di Roma. "Grazie a questo Atlante abbiamo la carta d'identità dei tumori e possiamo offrire ai pazienti trattamenti personalizzati. I ricercatori sono riusciti a identificare sia le mutazioni "driver", quelle che conducono la "macchina" del cancro, che quelle "passenger", che danno una mano al cancro nel suo progredire. Questo - ha detto Novelli - ci mette nelle condizioni di conoscere le strade percorse dal cancro e ci consente di mettere dei blocchi in più punti per fermare il suo cammino".