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30 Gennaio 2017

Trump ribadisce chiusura confini

Trump ribadisce chiusura confini: guardate caos in Europa | May, Merkel, Gentiloni: tutti contro il #MuslimBan

"A chi fugge dalle persecuzioni, dal terrore e dalla guerra, sappiate che i canadesi vi daranno il benvenuto, non importa quale sia la vostra fede. La diversità è la nostra forza #WelcomeToCanada". Con un tweet il primo ministro canadese, Justin Trudeau, risponde alla chiusura dei confini Usa ai rifugiati decisa dal presidente americano. Ma Donald Trump non si ferma e ribadisce: è necessario, guardate il caos in Europa. Trump chiude i confini, il premier Canadese: "Benvenuti in Canada" Una portavoce del primo ministro, Kate Purchase, ha spiegato che Trudeau ha un messaggio per Trump: "Il premier non vede l'ora di esaminare con il presidente nel loro prossimo incontro i successi delle politiche del Canada sull'immigrazione e sui rifugiati". Quella di Trudeau non è però l'unica reazione internazionale alla decisione di Trump: dall'Onu all'Ue, dal premio Nobel Malala al presidente francese Hollande, in molti hanno contestato la decisione del neo presidente Usa. Trump ribadisce su Twitter: "Servono confini e controlli,guardate caos Europa" - "La pioggia di critiche piovutegli addosso non hanno però fatto vacillare Trump che su Twitter ha ribattutto alle polemiche, prendendo come termine di paragone negativo l'Europa, dai cui leader sono arrivate molte prese di posizione nettamente contrarie. "Il nostro Paese ha bisogno di confini forti e di controlli rigidi, ADESSO. Guardate a quello che sta succedendo in Europa e, anzi, in tutto il mondo, un caos orribile!". Il premier Gb "non d'accordo" - Il premier britannico Theresa May "non è d'accordo" con il decreto esecutivo di Trump e sfiderà il governo americano qualora il bando dovesse avere un effetto negativo sui cittadini britannici. La presa di posizione avviene poche ore dopo che la stessa May, nel corso della sua visita sabato in Turchia, si era rifiutata di commentare il bando deciso dal presidente americano. "Si tratta di una decisione - aveva detto - che riguarda gli Stati Uniti". Gentiloni: "Società aperta è pilastro dell'Europa" - Anche il premier Paolo Gentiloni si schiera contro l'ordine esecutivo di Donald Trump. "L'Italia è ancorata ai propri valori. Società aperta, identità plurale, nessuna discriminazione. Sono i pilastri dell'Europa", ha scritto infatti il presidente del Consiglio su Twitter. Merkel: "Stop a ingressi è ingiustificato" - Per Angela Merkel lo stop agli ingressi in Usa "non è giustificato". La cancelliera tedesca, ha spiegato il portavoce Steffen Seibert, "è convinta che anche la necessaria lotta al terrorismo non giustifica" una misura del genere "solo in base all'origine o al credo" delle persone. Onu: "L'America non smetta di accogliere chi scappa dalle guerre" - L'Onu ha chiesto agli Stati Uniti di portare avanti la lunga tradizione di accoglienza senza fare distinzioni di razza, nazionalità o religione. L'appello è arrivato in una dichiarazione congiunta dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni e dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati. Secondo Unhcr e Oim "i rifugiati dovrebbero ricevere uguale trattamento di protezione e assistenza, e opportunità di reinsediamento, a prescindere dalla loro religione, nazionalità o razza". Malala: "Il decreto mi spezza il cuore" - "Mi si spezza il cuore nel vedere che il presidente Usa chiude la porta ai bambini, alle madri e ai padri che fuggono dalla violenza e dalla guerra". Così l'attivista e premio Nobel per la pace 2014 Malala Yousafzai sul decreto anti-rifugiati firmato da Donald Trump. "Mi si spezza il cuore nel vedere che l'America volta le spalle a una storia gloriosa di accoglienza dei rifugiati e degli immigrati: la gente che ha aiutato a costruire il suo Paese, pronta a lavorare duramente in cambio di una equa opportunità a una nuova vita", scrive ancora Malala sulla pagina Facebook del suo Malala Fund. E ancora: "Mi si spezza il cuore nel vedere che i bambini rifugiati siriani, che hanno sofferto sei anni di guerra e non hanno alcuna colpa, sono soggetti a discriminazione". Ue: "L'Europa resta aperta a tutti" - Da Bruxelles, la Commissione Ue non commenta le ultime decisioni di Trump, ma una portavoce ricorda che il presidente Juncker ha più volte ripetuto che "l'Europa è e rimane aperta a chi scappa dai conflitti o dal terrorismo, indipendentemente dalla loro religione". Hollande: "Serve una risposta ferma dall'Europa" - Ha invocato "fermezza" da parte dell'Europa nei confronti di Trump il presidente francese Francois Hollande, a Lisbona per il vertice dei Paesi mediterranei dell'Europa. "Quando ci sono dichiarazioni che vengono dal presidente degli Stati Uniti sull'Europa - ha detto - e quando parla del modello della Brexit per altri Paesi, penso che sia bene rispondergli. L'Europa avvii il dialogo con fermezza". In campo anche i big dell'hi-tech - Anche i grandi nomi della tecnologia sono scesi in campo contro la decisione di Trump di chiudere i confini ai rifugiati: Tim Cook, di Apple, e Mark Zuckerberg, di Facebook, per citare solo i più noti, hanno preso le distanze dal provvedimento. E a loro si sono aggiunti anche nomi noti della cultura, come lo scrittore Stephen King. Un giudice federale di New York, Ann Donnelly, ha emesso un'ordinanza d'emergenza che blocca temporaneamente l'ordine esecutivo di Trump sui rifugiati. L'ordinanza impedisce infatti agli Stati Uniti di espellere i migranti provenienti dai sette Paesi a maggioranza islamica soggetti all'ordine del presidente, che ha congelato per tre mesi gli arrivi da quei Paesi. L'ordinanza, emessa in seguito a una citazione legale da parte dell'Unione americana per le libertà civili, annulla una parte dell'ordine esecutivo di Trump sull'immigrazione, ordinando che i rifugiati e altre persone bloccate negli aeroporti degli Stati Uniti non possono essere rimandate indietro nei loro Paesi. Il giudice non ha però stabilito che queste stesse persone debbano essere ammesse negli Stati Uniti né ha emesso un verdetto sulla costituzionalità dell'ordine esecutivo del presidente. I legali che hanno citato in giudizio il governo per bloccare l'ordine della Casa Bianca hanno detto che la decisione, arrivata dopo un'udienza d'urgenza in una corte di New York, potrebbe interessare dalle 100 alle 200 persone che sono state trattenute al loro arrivo negli aeroporti statunitensi sulla base dell'ordine esecutivo del presidente. Sedici procuratori generali: bando incostituzionale - I procuratori generali di 15 Stati e della capitale hanno emesso una dichiarazione congiunta con cui condannano come incostituzionale il bando del presidente Donald Trump contro i viaggiatori provenienti da sette Paesi a maggioranza islamica. Gli attorney general sostengono che la libertà religiosa è un principio fondamentale del Paese, auspicando che l'ordine esecutivo sia ritirato e impegnandosi nel frattempo a garantire che il minor numero possibile di persone soffrano per questa situazione. Gli Stati cui appartengono i firmatari sono, oltre a Washington, California, New York, Pennsylvania, Massachusetts, Hawaii, Virginia, Oregon, Connecticut, Vermont, Illinois, New Mexico, Iowa, Maine e Maryland.