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24 Maggio 2016

Porto Cervo, il Comune di sfratta Harrod’s

Porto Cervo, il Comune di sfratta Harrod’s: battaglia legale in Costa Smeralda Altolà al negozio allestito sulle banchine del porto.

Hanno venduto persino i gelati con i diamanti. Una golosità per ricchi al prezzo base di mezzo milione di euro. Il resto dell’esposizione, nel villaggio Harrod’s era tutto dedicato alle auto di lusso, ai gioielli, agli abiti griffati e persino alle palestre da piazzare sui mega yacht già all’ancora. Tra divani lucidi e vetrine scintillanti, in Costa Smeralda si era creata una specie di passerella per magnati, un défilé per signore belle ed eleganti. Harrod’s di Porto Cervo era l’unica «succursale» fuori da Londra dei prestigiosi (e celebri) magazzini. L’unica differenza è che in Sardegna, ad agosto, non si praticavano i famosi sconti al 75 per cento. Ma quest’anno dall’Ufficio tecnico del Comune di Arzachena è arrivato l’avviso di sfratto. Il mercato a cinque stelle non si potrà allestire: «Nelle banchine del porto si possono autorizzare soltanto iniziative temporanee – hanno sentenziato i funzionari comunali –. Per Harrod’s sarebbe stato il quarto anno, quindi non si tratterebbe di un progetto “non occasionale”». I ricchi che approderanno quest’estate a Porto Cervo non troveranno più la banchina fiorita, illuminata e addobbata. Intorno al molo ci sarà una distesa di asfalto bollente e qualche bancarella di torrone della Barbagia. Aprire Harrod’s in Sardegna era stata un’idea dell’emiro del Qatar, che nel 2010 ha acquistato i magazzini londinesi che furono di Al-Fayed e l’anno dopo anche i grandi hotel della Costa Smeralda. Ora i proprietari del colosso del lusso valutano il ricorso al Tar. Gli ostacoli, in realtà, si sono presentati già dal primo anno: i sigilli del Corpo forestale nel cantiere e poi una battaglia al tribunale amministrativo. «La Costa Smeralda non è una zona franca – dice il sindaco Alberto Ragnedda –. Se ci sono delle regole, anche qui si devono rispettare. Per chiunque presenti una richiesta di concessione, che sia Harrod’s o chiunque altro, è necessario sottostare alle stesse norme. È soltanto una questione di regole urbanistiche». A Porto Cervo il villaggio era diventato il punto d’incontro più di moda. All’ora dell’aperitivo il tutto esaurito era quotidiano. A rendere più vivo questo angolo di Costa Smeralda c’era anche un lungo cartellone di eventi: presentazioni di libri, piccoli concerti e tanti altri eventi mondani. La polemica di questi giorni, dunque, non riguarda esclusivamente l’aspetto glamour del progetto: di mezzo, in realtà, c’era un giro d’affari milionario. Perché qui l’economia si alimenta anche di spese pazze. «Non è un caso che i proprietari dei maxi yacht facessero a gara per riuscire a ormeggiare di fronte al villaggio – dicono al bar della piazzetta –. Dove c’erano le belle vetrine ora ci ritroveremo solo con un piazzale, forse un parcheggio. Harrod’s aveva portato un po’ di luce in più a Porto Cervo». «Rendeva ancora più esclusiva la Costa Smeralda – protesta la commessa di una boutique –. Tutte le iniziative che danno lustro al territorio finiscono per essere ostacolate». «Certo, per il nostro territorio era diventato una grande attrazione – ammette il sindaco Ragnedda –. E a dirla tutta ci sarebbe piaciuto molto vedere il villaggio anche quest’anno. Ma dobbiamo arrenderci di fronte a quello che ci dicono i nostri tecnici». Per chi vuole fare spese pazze da Harrod’s, dunque, restano due possibilità: i grandi magazzini di Londra e il villaggio che sarà creato d’inverno a Doha. Da una squadra di tecnici sardi.