"Scrivo queste righe per unirmi al dolore e allo sgomento di tutti. Il mio pensiero - si legge - va a chi ha perso una persona cara". "L'obiettivo di questi attentatori è la Libertà, è il multiculturalismo, è la società aperta, la civiltà, la modernità, il progresso, la democrazia, l'b, le cose di cui Parigi è un simbolo fortissimo".
E poi la musica: "la musica è Parigi più di ogni altro posto perché la musica a Parigi c'è tutta e c'è per tutti". "Sono disorientato e triste, ma convinto - scrive Lorenzo - che gli attentatori non vinceranno mai". La capitale francese "è dove il progresso della civiltà ho sempre pensato che dovesse tendere, e quando oggi diciamo "je suis paris" è perché quel modello instabile e di certo non granitico è il migliore che c'è, perché - spiega - permette l'esistenza delle differenze, permette alle identità di affermarsi nella libertà, agli individui di crescere e alle comunità di esistere".
"Oggi il dolore e lo sgomento, domani l'impossibilità di dimenticare e tutte le misure necessarie da adottare e i sistemi da rafforzare, ma già da subito rimettersi in cammino verso la prossima partita di calcio, la prossima passeggiata, il prossimo concerto da andare a sentire. Io sono Parigi, Je suis Paris, con tutto quello che comporta esserlo oggi, ma specialmente - conclude - per quello che voglio sia anche domani e che sono le grandi città, le città con le luci accese e con le porte aperte".