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14 Aprile 2015

Fashion bones Sangue, ossa e macabre arti

Fashion bones Sangue, ossa e macabre arti. La morte trova il colore e la bellezza!

Le urne sono passate di moda. Se alle ceneri dei vostri cari non potete rinunciare, ecco il nuovo che si sostituisce al classico. Niente spargimenti nei mari. Niente fiumi o laghi o vette innevate. Ci pensa Val Thompson. Per chi ha (o aveva) anima d'artista, per gli amanti del colore e dei pennelli, l'arte diventa la casa dell'eterno riposo. Questa artista -che forse ha più a che fare con le onoranze funebri- crea per i suoi clienti originalissimi quadri con le ceneri dei parenti scomparsi. La sua prima acquirente, Anne Kearney, le commissionò un dipinto che raffigurasse l'ultima vacanza fatta insieme al marito defunto. Il risultato fu -a suo dire- cosi strabiliante, che decise immediatamente di ampliare la sua nuova funebre collezione con altri tre quadri made of marito. Se alla morte preferite la moda, non siete obbligati a rinunciare al tocco funesto. Donne parliamo di gioielli. Oro e gemme preziose? Roba retrò. Un diamante è per sempre, ma un femore dura di più. È stata la newyorkese Jennifer Tarsk a inaugurare questa nuova tendenza. I suoi gioielli, realizzati con ossa di animali (dalle costole di pitone alle corna affusolate dei cervi) sono diventati pezzi da museo. Gli scheletri dei defunti abitanti di foreste, acque e savane sarebbero simbolo di inizio più che di fine immortale. Per la Tarsk lavorare le ossa, creando da esse fiori delicati, equivarrebbe a restituire il respiro perduto. Innovativa visione del cerchio della vita. Direttamente da Dark Shadows, ecco le opere del brasiliano Vinicio Queseda. Le sue tele hanno qualcosa in comune coi vampiri: stesso piatto preferito. Addio tempere e acquerelli, un caloroso benvenuto al sangue umano. Ma non solo. Queseda ha utilizzato nei suoi disegni anche un altro fluido corporeo: l'urina. Sorvoliamo sugli odori, l'arte -si sa- non ha confini. A proposito di frontiere varcate, introduciamo un altro selvaggio pittore. Parliamo di Chris Trueman, 31enne californiano, che ha realizzato un autoritratto con un ingrediente particolare: più di 200 000 formiche morte. Gli esemplari sono stati attaccati tramite una speciale resina ad una tavola di Plexiglass, dando vita a un quadro che l'autore ha intitolato "Self-Portrait with gun", ispirato a una sua foto da bambino. Numerosissime le offerte per quest'opera dal sapore controverso. Altrettante le proteste degli animalisti. "Impara le regole come un professionista, affinché tu possa infrangerle come un artista" diceva Picasso. Impara l'arte e cospargila di cenere, sangue e formiche morte. Etica respinta? In amore, in guerra (e in arte) tutto è lecito. Articolo di: Alba Roberta Marini