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24 Gennaio 2015

Le Nuove Frontiere dello Spazio

Kepler scandaglia il cosmo. Un mistero che forse presto verrà svelato all'umanità intera....siamo soli?

Corpicino esile e grigio, collo lungo e rugoso. Viso ovale e allungato al contrario. Siamo affezionati alle sue dita affusolate dall'effetto magico e ai suoi occhi grandi e teneri, sofferenti per l’abbandono del pianeta madre e dei fratelli alieni. Spielberg e il suo Et hanno alimentato e in un certo senso plasmato il mito extraterrestre. Vita o non vita? Soli o in compagnia? L'immenso universo di galassie, stelle, pianeti ci fa apparire presuntuosi di fronte a una probabile unicità della nostra fortunata presenza. E se il telefono-casa interstellare rende difficile la comunicazione, c'è chi, geniale prodotto della scienza, continua ad esplorare il regno dell'immenso in cerca di un prescelto. Stiamo parlando di Kepler, telescopio spaziale della missione Discovery della NASA che, lanciato nello spazio nel 2009, ha già oltrepassato le aspettative previste all’avvio del suo mandato. Gli esopianeti individuati dal nostro occhio cosmico hanno superato la quota 1000 proprio agli inizi di questo 2015. Alla ricerca di una vita (o meglio di una probabilità di esistenza): ecco la mission degli ambiziosi astronomi statunitensi. Un progetto che non è nuovo e che da sempre occupa le menti non solo degli scienziati, ma anche dei moderni ufologi, terrorizzati e affascinati da un'eventuale presenza aliena pronta a colonizzarci. Ultimatum alla Terra e incontri ravvicinati del terzo tipo: il via alle ipotesi dei complotti politici e ai misteriosi cerchi sul grano. Ma accantoniamo per un attimo il fenomeno filmico. Tre dei nuovi pianeti scoperti da Kepler potrebbero trovarsi in una posizione abitabile rispetto alla loro stella madre e potrebbero di conseguenza ospitare sulla superficie oceani allo stato liquido. Non solo il prodigioso fluido cristallino è una condizione necessaria allo svilupparsi della vita, ma anche i materiali componenti di un pianeta determinano delle particolarità di vitale (stavolta l’aggettivo non è scelto a caso) importanza. Solide sfere rocciose o fumosi ammassi di gas? La solidità è l’ingrediente cardine di un mondo abitabile. Due dei pianeti in questione avrebbero delle dimensioni talmente simili alla Terra da far presupporre un involucro roccioso: si tratta di Kepler 438b e Kepler 442b. Pur non essendo l’originalità prerogativa degli studi, sicuramente gli approfondimenti -e i migliorati nomi- non mancheranno. Una volta superato l’ostacolo della determinazione dei materiali, si passerà alle osservazione delle atmosfere. Gas troppo pesanti non consentirebbero infatti l’instaurarsi dei super ricercati “respiri” alieni. Quel che è certo è che, nonostante i notevoli passi avanti, non sarà così facile trovare un vero e proprio pianeta gemello. La peculiarità presenti nel miracolo che ha portato alla nascita della vita sulla Terra non sono così elementari da determinarsi in qualsiasi altro punto sperduto dell'Universo. D'altro canto, l'immensità dello spazio non lascia alcuna certezza. Esisteranno i nostri cugini extraterrestri? E se esistono, che forma hanno? Abbandoniamo la visione degli umanoidi grigi. Niente oltre i confini dell'ignoto è come lo immaginiamo.

La redazione Web: Alba Roberta Marini