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20 Gennaio 2015

Meno Frutta e Verdura per gli Italiani

Alimenti: Nomisma, dal 2000 per italiani -1,5 kg frutta e verdura l'anno

Dal 2000 a oggi gli italiani hanno 'rinunciato' a consumare quasi 1.700 tonnellate di frutta e verdura, pari a 17 chili di consumi di frutta e verdura freschi pro capite, una media di 1,5 kg in meno ogni anno. E' quanto emerge da un'analisi di Nomisma, pubblicata sulla newsletter mensile dell'Istituto. Il 2014 - secondo la 'fotografia' scattata - restituisce un ulteriore allarme. I consumi ortofrutticoli freschi si sono fermati a 130,6 kg pro capite, equivalenti a non più di 360 grammi al giorno. Nel 2000 il consumo era pari a 400 grammi al giorno. La contrazione più forte riguarda la frutta (-15%) rispetto alla verdura (-6%). Un dato che deve allarmare, tenuto conto che l'Organizzazione mondiale della sanità stima una forte correlazione tra scarso consumo di frutta e verdura e malattie. Emerge dall'analisi Nomisma come in Italia solo il 18% della popolazione di età superiore ai 3 anni consumi ogni giorno 4 porzioni di frutta e verdura. La Spagna è l'unico tra i Paesi europei in linea con le raccomandazioni Oms (490 grammi al giorno), mentre Francia e Regno Unito (rispettivamente con 223 grammi e 273 grammi al giorno) presentano un dato inferiore a quello del Belpaese. Considerando il trend a lungo periodo di consumi ortofrutticoli freschi, l'Italia presenta una contrazione del 14% dal 2000, con una flessione media annua dell'1%: il dato più basso a livello europeo, in controtendenza rispetto a Francia e Germania che riportano, al contrario, un lieve recupero di terreno. Per Nomisma questa situazione si presenta allarmante per la filiera ortofrutticola italiana, considerando le 450.000 aziende agricole operanti e gli oltre 850.000 ettari dedicati alla coltivazione. "L'implementazione di campagne di informazione e sensibilizzazione, accanto a strumenti e politiche per i produttori, sono certamente una chiave determinante per sostenere i consumi ortofrutticoli", evidenzia Silvia Zucconi, coordinatore area agroalimentare di Nomisma. Ne viene che è la famiglia l'ambito più idoneo per incidere su comportamenti di consumo e stili alimentari. Ma, ricorda Nomisma, la ristorazione scolastica gioca un ruolo determinante. Secondo stime dell'Istituto bolognese sono 2,3 milioni i pasti scolastici distribuiti ogni giorno nelle scuole (2 mln per i bambini fino a 14 anni e 337 mila per i ragazzi con più di 15 anni). "La scuola diventa un momento cruciale per rafforzare le buone abitudini dei bambini", ricorda Zucconi. "Non è un caso - continua - come un'alimentazione non corretta dei bambini che presenti cibi sentinella sia oggi un'amara realtà: il 36% dei bambini tra i 6 e gli 11 anni ha dichiarato di aver bevuto bibite gasate il giorno prima dell'intervista e il 30% ha mangiato patatine" . Ma una soluzione si può identificare "nel gran proliferare di trasmissioni televisive sulla cucina: questo può essere uno dei vettori più semplici da sfruttare. Nella nostra indagine abbiamo segnalato l'efficacia di questo mezzo. Non a caso chi segue spesso programmi Tv e siti dedicati alla cucina ha un modello di consumo più sensibile ai valori del cibo. Occorre re-inventare i valori dell'ortofrutta per non vendere solo un prodotto, cercando così di comunicare con più forza l'importanza nella dieta e le possibilità di consumo, costruendo un piano di marketing e comunicazione che faccia uscire questi prodotti dall'anonimato", conclude Zucconi.