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8 Gennaio 2015

Studenti sul piede di guerra: così non va

In viale Trento proteste e striscioni contro la giunta

"Scuola e Università saranno al centro del mio programma elettorale per risollevare la Sardegna dalla crisi", disse Pigliaru, allora futuro governatore della Regione Sardegna. Ed ecco perchè in molti lo hanno sostenuto e votato, ma è proprio lui - ex docente universitario - assieme alla sua giunta, a dare una notizia che spiazza le famiglie e gli studenti: la tassa regionale per il diritto allo studio subirà un aumento drastico di 80 euro per l'anno accademico 2014/2015, una cifra che ai giorni nostri fa la differenza. Da 60 euro si passerà infatti a 140 e l'imposta dovrà essere versata in una sola tranche dagli studenti che dichiarano un reddito pari o superiore ai 25.000 euro nel modulo di autocertificazione utile a calcolare l'importo delle tasse, senza possibilità di rateizzarla o di adattarla alle tre fasce di reddito previste dal regolamento tasse. Sconcertato anche il Rettore dell'Ateneo di Cagliari Melis che, incredulo, non riesce a spiegarsi perchè tale decisione sia stata firmata dall' assessore regionale alla Cultura Claudia Firino, senza la minima consultazione dell'apparato universitario. Immediate le reazioni dei rappresentanti degli studenti di Unica 2.0. che con un lungo comunicato stampa hanno mostrato il loro disappunto. L'applicazione dell'aumento era stata sospesa dalla precedente Giunta in attesa di chiarimenti da parte del Ministero fino a questo momento, un momento storico e sociale difficilissimo per la Sardegna in cui raddoppiare le tasse appare sconsiderato visti i numerosi precari, cassintegrati, disoccupati.
Ieri mattina gli studenti hanno manifestato sotto il Palazzo della Regione e sono stati ricevuti da Pigliaru e dalla Fanu. Il governo regionale si difende e spiega che l'adeguamento della tassa non è scelta della Giunta regionale, ma un obbligo di legge a cui la Sardegna ha provveduto per ultima con un ritardo di oltre due anni e ricorda il suo impegno per l'aumento di 2 milioni di euro per i fondi destinati alle borse di studio che testimonia l'attenzione verso il diritto allo studio. Inoltre - secondo l'assessore Fanu- la Sardegna mantiene comunque le tasse universitarie più basse d'Italia e i maggiori introiti finanzieranno all'incirca nuove 600 borse di studio Ersu. Il prossimo passo dovrebbe essere quello di elevare la soglia minima del reddito così da ampliare il diritto allo studio a un'ulteriore fascia di studenti. Ma questi buoni propositi non sono in sintonia con la visione degli studenti, i quali ritengono che sia la Regione a dover investire sul diritto allo studio e non le famiglie attraverso le tasse. Restano poi in sospeso alcune questioni riguardo la dichiarazione del reddito e i beneficiari; è noto a tutti che in molti non dichiarano il vero e spesso usufruiscono dei fondi Ersu sottraendoli a chi davvero ne avrebbe bisogno. Pochi controlli vogliono dire poca equità sociale. C'è anche chi lamenta il fatto che la borsa di studio sia assegnata in base al criterio del reddito e non in base alla meritocrazia come in altre parti del mondo. Certo è che il nostro sistema universitario è molto carente - case dello studente insufficienti, fitto casa inadeguato, assegni di merito sempre più esigui, lamentano gli studenti - e dovendo fare un rapporto qualità-prezzo l'Ateneo non avrebbe molti punti a suo favore. Se poi dovessimo fare un rapporto Università- lavoro ci sarebbe davvero da pensare. C'è da chiedersi perchè in Sardegna per migliorare le cose si debbano sempre e comunque aumentare le tasse senza mai trovare dei diversivi, delle strategie per aggiarare il sistema dell'austerity che, come abbiamo visto, non ha risolto granchè i problemi che continuano a tormentare il nostro Paese. L'opinione pubblica si divide tra coloro che sostengono che "A Londra le tasse sono carissime e puoi studiare solo se te lo puoi permettere" e chi pensa che "Si paga già tanto e 80 euro in più così dal nulla, all'indomani di Capodanno, siano una vergogna". Nuovo anno, vecchie lotte. Un augurio a tutti gli studenti universitari che nonostante tutto non mollano e difendono il loro diritto allo studio e un appello alla coscienza di chi - essendo stato all'interno dell'ambiente universitario - sa che, in fondo, questi studenti hanno ragione.

La Redazione Web: Giulia Onano