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12 Dicembre 2014

All you can eat

Non più panini e patatine fritte, non più crocchette e salse gustose. O almeno, non solo questo. Concorrenza spietata agli intramontabili fast-food

Non solo l’avvento delle Multinazionali, non solo frenesia e pasti veloci. Il genere homo in approccio col cibo. Culture, abitudini, comfort e proteste si accostano alla cucina, succulento quanto amaro motivo di dibattito. Real tv e pubblicità progresso, un nuovo spaccato di vita moderna: l’americana obesità –ormai noto clichè- aumenta e la Mcdonalizzazione avanza. C’è chi dice no. L’opinione pubblica si spacca, i nuovi gruppi si formano e si moltiplicano, dando vita a progressive filosofie e sempre nuove tendenze culinarie. Dai fanatici del Bio, ai restrittivi vegani: chi all’attestazione del biologico non può rinunciare, chi –fervente animalista- fa a meno della carne e dei derivati. In protesta contro gli allevamenti intensivi e ogni tipo di sfruttamento degli animali, ecco lo spirito vegetariano che innalza i suoi dogmi. “No” agli omicidi crudeli, compiuti da uomini nati essenzialmente come cercatori di tuberi nell’età della pietra. “Si” alle uova di galline rigorosamente “felici”. Ricerca di etichette o reale interesse etico? Occhio non vede, cuore non duole e, se le immagini di un pollaio gioioso appaiono paradossali, anche l’utopica vita da bio-nazi cozza con i litri di benzina spesi alla ricerca dei prodotti sani tanto bramati. Le opinioni degli esperti non tardano ad arrivare. Molti i dietologi e i nutrizionisti contrari a una dieta troppo povera di proteine. E che dire dell’ancor più estremo Fruttismo, o del paleo ritorno del Crudismo? Ai desiderosi di un revival dell’epoca in cui fuoco -ma soprattutto coltelli e forchette- non esistevano, si presenta una stravagante alternativa: il finger-food. Per chi invece non intende proprio sporcarsi le mani (e magari è pure amante dell’esotismo) non mancano i numerosi ristoranti a tema. Cucina cinese, giapponese, argentina, messicana, thailandese: una kermesse di gusti intriganti a disposizione. Ed è proprio ad una sottoclasse di questa categoria che appartiene la vincitrice dello scettro di tendenza culinaria del momento: l’ “All You can eat”. Benvenuti nel regno del cibo esagerato. Porte spalancate a pietanze di ogni tipo, dolci, salati, cucina etnica o nostrana. Per tutti i palati. Originata dal classico buffet, la moda degli “All you can eat” ha conquistato tutta l’Italia, ma in particolare la città di Cagliari, dove si è ben radicata grazie al successo riscosso dai numerosi “Wok”. Un trend che è un po’ una filosofia di vita: più mangi, più sei felice. Orientamento che cinesi e giapponesi hanno subito colto, soia a volontà, sushi in quantità. I clienti sperimentatori rimangono affascinati dai colori dei salmoni crudi, dei risi pitturati dai contorni di verdure grigliate, dalle alghe attorcigliate dal sapore di mare. Menu crudo, forte e gradevole alla vista e soprattutto modaiolo. Ma per chi non ama le bacchette dispettose e il carattere intenso della cucina orientale, sempre presenti i classici nostrani: pasta e sughi, fritti misti, carni varie. Non c’è posto per la nouvelle cuisine. Braccia spalancate alle ampie portate, ai costi ridotti e allo stomaco pieno. Ma non è tutto come sembra. Chi è solito avere gli occhi più grandi della bocca non sarà soddisfatto: attenzione agli sprechi, chi lascia paga. E con fazzoletti che involgono gli scarti non graditi , la borsa si fa piena, ma il portafoglio un po’ meno. Prezzo conveniente? Si, ma la bibita è a parte e, si sa, più si mangia, più si beve. I braccini corti non sono i soli a protestare. Anche in questo caso le lamentele non si fanno attendere. Buongustai, attenti alla linea, sostenitori delle tavole genuine hanno tanto da ridire. Troppi oli e conservanti, pasti veloci all’insegna dell’abbuffata. Manca la degustazione, ma soprattutto –talvolta- il troppo stroppia. E ora che le nuove frontiere del mangiare si sono aperte anche all’italianissima pizza, non resta che attenderne gli sviluppi. Quanta ne vuoi e come la vuoi negli All you can eat -speciale Pizza. Ma è ancora da verificare se la quantità giochi a sfavore della qualità. Il nuovo trend sopravvivrà o soccomberà nella sfida contro l’intoccabile patrimonio nostrano? A una pizza in compagnia non si rinuncia mai. Chissà che una non sia sufficiente.
Redazione Web: Alba Roberta Marini