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25 Novembre 2014

Carissimo Collodi, Pinocchio resta ancor nel cuore

Il Burattino più famoso al mondo che ha fatto sognare intere generazioni ha 133 anni ma emoziona come il primo giorno

C'era una volta un bambino. Piedini di legno d’acero, vestito di carta fiorita, berretto di mollica di pane. A volte un cartoon tirolese poteva sembrare: piuma rossa sul cappello, fiocco azzurro più giù al petto. Non era un pargoletto normale: non aveva la pelle, ma la corteccia, niente cuore pulsante, ma una linfa che gli dava la vita. Una marionetta senza fili, eppure sempre in piedi. Il più simpatico pezzo di legno mai ideato. Figlio degli alberi, ma soprattutto del babbo Geppetto che, munito di scalpello e seghetto, lo aveva limato e plasmato da un legnetto non poi tanto pregiato. <Lo voglio chiamar Pinocchio, questo nome gli porterà fortuna>. Il povero falegname ci aveva visto lungo. A 188 anni dalla nascita del suo creatore, Pinocchio è il bambino più longevo di sempre e cogliamo l’occasione per festeggiare lui e il suo devoto autore. Carlo Lorenzini – in arte Collodi- nasce a Firenze il 24 Novembre del 1826. Dedica la sua vita ai libri, quel mondo speciale, fatto di carte, penne e fantasia, capace di materializzare l'impossibile. Nel 1881 vede la luce il suo più grande capolavoro,“Le avventure di Pinocchio”. Un romanzo picaresco, un accenno di fiaba ricco di fascino, semplice, ma capace di restare e di creare un altro mito tutto italiano da conservare. Da Walt Disney a Comencini fino al più recente Benigni. Film, cartoni, addirittura statue dedicate al nasone nostrano. E se il Mangiafuoco non lo ha bruciato, se il paese dei balocchi non lo ha imprigionato, se la balena (o il pesce-cane) non lo ha divorato, allora è vero che Pinocchio non morirà mai. Tra marachelle, gatti e volpi in società, fate turchine e grilli parlanti, il bugiardone per eccellenza è riuscito a diventare un bambino vero. Niente più tronchi di legno, niente più naso che cresce: il sogno è stato avverato e l’abbecedario chissà, forse, letto. Chi ci ha visto il “toscanaccio” ribelle e senza regole, chi addirittura un alter Christus. Numerose le interpretazioni, altrettante le supposizioni per una figura amata e controversa, giocosa e ribelle, ma sempre attuale. Rimangono i misteri. E le zone d’ombra si sa, aprono le ali alla fantasia, grazie alle quali il piccolo burattino ha ottenuto non solo la carne e le ossa, ma anche il filtro dell’immortalità. Un tronchetto tutto pepe, che dai suoi primi passi inizia a combinare guai. Fugge di casa e, lanciando un sassolino contro un grillo troppo chiacchierone, lo uccide. Ah non lo sapevate? Spoiler. Nella vera storia il simpatico grillo parlante non è altro che una fugace apparizione. E che dire dei cattivi incontri? L'influenza del pestifero Lucignolo lo ha quasi trasformato in un moderno asinello, tutto balocchi, spasso e divertimento. Ma l'amore della dolce fata turchina non lo ha mai abbandonato. Incauto e incline a cacciarsi nei guai, briccone e menzognero: Pinocchio ha tutte le caratteristiche del bimbetto scapestrato, che ne combina di grosse, ma non la passa liscia. Come le grandi storie insegnano, la retta via è a portata di tutti. L'atipico eroe la lezione l'ha imparata e un nuovo c'era una volta -stavolta da autentico ometto- sarà presto inventato. Attenzione bambini, la morale è molto chiara: bisogna essere buoni per diventare veri uomini.
La redazione Web: Alba Roberta Marini