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9 Ottobre 2014

Appendete le shopping bags al chiodo

Vendite che calano e imprese che falliscono: caccia alle cause di crisi

Trascina, clicca e compra. Il comodo pacco è direttamente a casa tua. Ecco il famoso carrello dei siti di vendita web. Chi preferisce gli approcci vis à vis ne sarà sorpreso: secondo alcuni commercianti l’avvento dello shopping online danneggerebbe il commercio tradizionale.
Dall’ urlato Zalando all’americano Amazon, da Spartoo a Groupon: l’affare a portata di click strappa clienti ai convinti sostenitori delle ancor solide “quattro mura”. Nonostante le attese di spedizione, la praticità del cyber acquisto è sempre più spesso preferita da una società troppo attenta ai risparmi di tempo. Per non parlare degli sconti, che spesso i negozianti non sono autorizzati a fare “Lo shopping online è pericoloso soprattutto quando lo fa la casa madre” parla Carmela, una delle titolari delle Papere Sciccose di Quartu S.Elena “Vendendo un marchio in particolare, nel nostro caso Alviero Martini, i nostri prezzi sono imposti dall’azienda, quindi nel momento in cui entrano in gioco i saldi sul sito ufficiale è più difficile per noi vendere i prodotti a prezzo standard”. Tuttavia, il fascino esercitato dal camerino e dalla scelta degli abiti, tra tendine, specchi e pareri delle amiche, ancora resiste: per due donne su tre è irrinunciabile. Ma se la rete di facili compere non è sufficiente a spiegare decrementi, tracolli e saldi negativi, quali le cause di una crisi incalzante? Un po’ di numeri. In Italia più di 12mila imprese l’anno sono costrette a chiudere i battenti; in Sardegna i dati forniti dal Centro Studi della Confesercenti sono altrettanto allarmanti: quasi 300 i negozi –bar e punti ristoro compresi- che falliscono annualmente sul territorio della provincia di Cagliari. Chi non riesce a reggere la concorrenza, chi sente il peso incombente delle tasse e delle spese, chi non riesce a crearsi un giro sufficientemente ampio di clientela. “E’ difficile trovare la ricetta giusta- afferma Nicola Murru di Confesercenti- sarebbero necessari interventi mirati al risolvimento della crisi e soprattutto alla lotta contro la contraffazione, che strappa numerosi acquirenti alla merce regolare. I negozianti soffrono del fatto che la loro potenziale clientela invece che entrare nei negozi si fermi a guardare e comprare i prodotti taroccati, quasi identici agli originali.” Appetibili per il costo ridotto e per la somiglianza innegabile, le cosiddette imitazioni –seppur illegali- riscuotono parecchio successo tra i desiderosi di beni di lusso che in pochi si potrebbero permettere. Qualità o convenienza? Questo il dilemma del consumatore tipo alle prese con la scelta del prodotto perfetto, alla moda e possibilmente a portata di tasche. Ma se il gioco si fa rischioso, immagine vs salute, forse è meglio andarci cauti : “Dietro la qualità degli articoli originali, non per forza di marca prestigiosa, - conclude Nicola Murru- si nascondono controlli di alto livello per la salute pubblica. Al contrario nella merce contraffatta è frequente l’uso di prodotti nocivi”. Mentre una fetta di clienti è sottratta dai dannosi fakes, una porzione più ampia preferisce le grandi catene. Zara, Berska, Mango, Stradivarius, Pull &Bear. Prezzi più (o meno) bassi, qualità media e tendenze seguite, una concorrenza spietata. Troppo per le piccole imprese che non riescono a sbarcare il lunario e che non trovano idee innovative per mettersi in mostra. Il risultato? I punti vendita meno forti sempre più in ombra e il rischio chiusura che incombe. “Il nostro modo per vincere la crisi?- continua Carmela delle Papere Sciccose di Quartu S.Elena – A parlare è il marchio, ma soprattutto la gentilezza e la professionalità; quando arriva un cliente lo faccio sedere, lo ascolto e lo aiuto nella scelta del prodotto adatto a lui. Nonostante il calo delle vendite di oltre il 60% siamo riusciti così a mantenere la nostra fedele clientela”. Un cocktail fiducioso di garanzia, serietà e disponibilità. Chissà che non sia davvero la strategia giusta.
Redazione Web: Alba Roberta  Marini