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13 Gennaio 2014

la Crisi e il nuovo lavoro degli italiani

C'e' Cristi e gli italiani si inventano un lavoro pur di stare a galla.

Sono dirigenti, impiegati, operai, commesse con una cosa in comune: hanno perso il loro impiego. Ma hanno cercato di voltare pagina. Anche facendo della loro passione una professione vera e propria. Così la laureata in Economia diventa pasticcera, l'ex regista il tuttofare del quartiere e la ristoratrice baby sitter.
ROMA - Perdono il lavoro, ma non si danno per vinti. Cambiano professione, si riciclano, ricorrono all'arte d'arrangiarsi. L'insegnante si trasforma in impiegata, la ragioniera accetta un posto da baby sitter, l'informatico apre una libreria, l'ex regista si offre nel quartiere per fare riparazioni. C'è la precaria "da sempre" che abbandona il marketing per aprire una pasticceria. Secondo le ultime rivelazioni dell'Istat, in un mese si sono bruciati 55mila posti e in un anno 448mila. Mentre il tasso di giovani senza lavoro è al 41,6%, un record dal 1977. La disoccupazione minaccia dirigenti, impiegati, operai e commessi, senza fare differenze. Succede al vicino di casa, a un familiare. Persone che hanno il diritto di abbattersi, ma a volte non lo fanno. Se il lavoro non c'è se lo inventano. L'impiegata rimasta a piedi perché la società è fallita, si rimette a studiare e diventa guida turistica. La docente stanca di aspettare un concorso che non arriva mai si trasforma in commessa.

Da informatore farmaceutico a cuoco. A Roberto Carta, 50 anni, informatore medico di una multinazionale farmaceutica e capo area in Sardegna, la lettera di licenziamento è arrivata da un giorno all'altro. "È successo nel 2009", racconta "e per un anno ho cercato un'occupazione. Ma sono troppo vecchio per le aziende e troppo giovane per andare in pensione, così ho aperto una profumeria a Sassari. Non è facile con la crisi e ho deciso di seguire la mia passione: cucinare. Ora faccio il cuoco a domicilio. Ho creato un servizio che si chiama: 'Cuoco a casa vostra'. Organizzo cene su richiesta e partecipo a eventi culinari. Recentemente ho organizzato un intero menu a base di fiori. C'è concorrenza e bisogna avere inventiva". Per Barbara Scotti, 47 anni, dipendente di una società di informatica, la cassa integrazione è stata un'occasione per voltare pagina: "Ho perso il lavoro a gennaio 2009", racconta Barbara "lavoravo in un'azienda informatica e sono stata licenziata. Mi è sempre piaciuto stare fra i libri e ho deciso di seguire la Scuola librai di Orvieto. Quando nel 2008 ho capito che avrei perso il lavoro, ho pensato che fosse arrivato il momento di intraprendere un'attività che mi gratificasse e che fosse legata ai miei interessi. Ho aperto una libreria, finanziandomi con la mia liquidazione e con l'incentivo all'esodo che la mia azienda mi ha versato".

Prima nel cinema, ora fa riparazioni. In alcuni settori, come in quello del cinema, la crisi si fa sentire ancora di più. Da anni Emiliano Fares, 39 anni, lavorava nelle produzioni cinematografiche, ma quando ha capito che c'era sempre meno lavoro ha deciso di offrirsi per fare riparazioni nelle case del quartiere. E da lì nel 2010 ha inventato il "Marito aggiusta tutto", una rete di professionisti del bricolage attiva in tutta l'Italia. E fra le soluzioni c'è chi punta sull'originalità come Francesco Azzini, videomaker, che ha inventato un mini-cinema itinerante. Ha installato sulla sua automobile un piccolo proiettore e gira l'Italia offrendo al pubblico una visione su una macchina d'epoca. Nei festival e nelle feste di paese l'idea piace e ha venduto nel tempo migliaia di biglietti.

Dal marketing ai dolci. Si era stufata della vita da precaria Lucia Cutugno, 28 anni, una laurea in economia che ha lavorato per anni tra Roma, Napoli e Milano negli uffici stampa, di consulenza e nel marketing. A un certo punto non ce l'ha fatta più e ha deciso di seguire la passione per i dolci e diventare pasticcera. Ha cominciato con il catering a Roma e poi ha aperto una pasticceria a Milano. È fatta di "contratti a termine" anche la carriera di Vita Sgardello che a soli 33 anni ha alle spalle una decina di occupazioni in settori diversi. Poi ha detto basta: "Mi sono laureata in geografia a Londra e ho fatto tante cose: dalla giardiniera al falegname. In Canada ho lavorato nelle fattorie di agricoltura biologica. In seguito sono tornata in Italia dove ho fatto uno stage nel giornale non profit Vita. In Italia ho fatto l'insegnante e la traduttrice e ora sto lavorando in una società che aiuta giovani imprenditori", spiega. L'importante per lei è non fermarsi mai.

Gli inventori. Qualcuno inventa "professioni" nuove ed è spesso il lusso l'unico mercato che continua a funzionare. A Elisa Guidarelli, 30 anni, ex toelettatrice per cani, l'idea è venuta tre anni fa, quando si è sposata. Si è accorta che durante le cerimonia non c'era una figura professionale che si occupasse dei cani. "Non c'era una dog sitter per matrimoni, ora esiste".

La segretaria diventa estetista. Fra le tante persone che vengono licenziate o perdono il posto, molte si trovano a lavorare in nero. "Avevo un ristorante a conduzione familiare che con la crisi ha chiuso i battenti", racconta Maria, 50 anni, ex ristoratrice nella Capitale "C'erano sempre meno clienti e il proprietario del locale ci ha chiesto l'aumento. Mio marito lavorava da anni e ora è in pensione e io contribuisco facendo la baby-sitter". Mariella, 46 anni, era segretaria in uno studio legale. Poi ha preso il diploma da estetista e riceve le sue clienti a casa. A Catania Giuseppe, disoccupato, svuota cantine gratuitamente e poi rivende tutto al mercatino delle pulci. Così riesce a mantenere la famiglia. C'è poi chi ha un'occupazione precaria e si inventa qualche attività per arrotondare lo stipendio. Agar Barboni, 35 anni, insegnante precaria a Bologna, ha trovato una soluzione alternativa: "Sono laureata in Belle arti e dipingo. Ho capito che nessuno comprava le tele, ma le magliette dipinte sì. Costano meno e ogni pezzo è unico. Ma anche con questo non si riesce a vivere".

"Una vita tanti lavori". Ci sono infine gli irriducibili del cambiamento. Pier Felice Finocchi, 57 anni, nella vita ha fatto di tutto: il benzinaio, il commesso, il muratore fino alla sua ultima occupazione: la vendita di gioielli etnici. Ma con la crisi ha incominciato ad avere meno clienti e ha abbandonato il settore. "La crisi ha colpito anche noi e i mercati dove ci rifornivamo", dice "Ho venduto la mia casa a Roma e mi sono trasferito in provincia di Siena. Ora do lezioni di chitarra ai ragazzi di scuola media. Costruisco chitarre elettriche e poi le vendo. E organizzo piccoli tour turistici in campagna".