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21 Ottobre 2013

Lea Garofalo: donna, madre, eroina.

Si sono svolti lo scorso sabato i funerali di Lea Garofalo, vittima di mafia morta nel 2009 per mano del suo ex compagno.

"Per me e' un giorno triste, ma la forza me l'hai data tu. Se è successo tutto questo è stato solo per il mio bene, e non smetterò mai di ringraziarti. Ciao mamma". Queste le parole di Denise, la figlia 22enne di Lea Garofalo, testimone di giustizia, calabrese di nascita ma residente a Milano, rapita e uccisa nel 2009, i cui funerali si sono svolti lo scorso 19 ottobre in piazza Beccaria a Milano. La donna, che nel 2002 aveva deciso di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e quella di Carlo Cosco, suo ex compagno nonché padre di sua figlia, da quel momento fu sottoposta a protezione insieme a Denise; protezione dalla quale fu espulsa nel 2006 e riammessa nel 2007; nel 2009 decide volontariamente di abbandonare il programma di protezione. Errore, questo, che le costò la vita: già qualche mese prima della morte, Lea Garofalo riuscì a sfuggire, grazie all'aiuto della figlia, da un tentativo di rapimento nella propria abitazione. Ma chi era questa donna eroica che ebbe il coraggio di parlare, di fare i nomi? Lea a soli 13 anni si innamora "la fuittina" la porta a Milano dove è convinta di essere scappata da quell'ambiente di "picciotti" e 'ndrangheta che le portano via il padre quando lei aveva appena nove mesi; invece si ritrova circondata da quella stessa malavita. A 17 anni partorisce la sua bambina. È per lei che decide di cambiare vita e trova il coraggio di parlare e collaborare con la giustizia, quella stessa giustizia che non é riuscita a tutelarla a salvarla. La sorella Marisa dichiara: E' giusto il fatto che abbia un funerale dignitoso''. E ancora: "Avrei voluto che un po' di queste attenzioni le avesse avute in vita. Anzi, forse, ne avesse avute un decimo di queste e sarebbe ancora in vita". Aveva 35 anni Lea Garofalo ma solo anagraficamente. In realtà questa donna, che a Milano é stata salutata dopo 4 anni da quei giovani che intonavano cori e che sono la voce della speranza e del futuro, aveva un passato che l'ha segnata e fatta crescere molto più in fretta, ma che le ha stroncato la vita troppo presto. A novembre, con una scusa, venne attirata in una trappola da Cosco, rapita, strangolata, e dopo la morte sciolta nell'acido. Il suo avvocato, Enza Rando, racconta di quegli ultimi sms scambiati con Lea: “Volevo impedirle di andare a Milano, avevo persino tentato di trattenerla fisicamente. Lei mi rassicurava: ‘Avvocato, non si preoccupi: finché con me ci sarà Denise, non mi accadrà nulla’. Così quel giorno a Firenze prendemmo due treni per direzioni diverse, e durante il viaggio continuavamo a mandarci sms. ‘Tornate indietro’, le scrivevo, ‘scendete a Piacenza, abbiamo già un posto dove sarete al sicuro’. Lei a un certo punto mi rispose: ‘Grazie avvocato, che Dio la benedica, Denise e io accettiamo la sua proposta di rifarci una vita’. Ma a Piacenza non è scesa. Quattro giorni dopo mi hanno chiamata i carabinieri di Milano”. L'ex compagno era coinvolto insieme ai suoi fratelli in una faida tra la sua famiglia e la famiglia Mirabelli, e la Garofalo avrebbe dovuto testimoniare a riguardo quello stesso novembre che l'ha strappata via alla vita. Il 19 ottobre 2013, dopo quasi 4 anni dall'omicidio, vengono celebrati i funerali civili, ai quali Denise non può partecipare perché sotto protezione; tutto ciò che può fare per ricordare la sua eroica madre è un intervento telefonico. Il pensiero di oggi va a Lea Garofalo, vittima della 'Ndrangheta. Ma non possiamo, anzi non dobbiamo dimenticare Falcone e Borsellino, morti nel 1992 per mano di Cosa Nostra, la corregionale Emanuela Loi, agente della scorta dello stesso Borsellino, e tutte le vittime di mafia, fenomeno che da più di un secolo accompagna, purtroppo, la cronaca italiana.

Redazione Radio Sintony: Giulia Ledda