Le polemiche per il funerale e la sepoltura sono tante: la maggior parte dei romani non gradisce il corpo del militare nazista all'interno della propria città. Primo fra tutti il sindaco Ignazio Marino: "Roma è una città antinazifascista che ha sofferto drammaticamente.". Molti italiani intanto propongono soluzioni alternative: c'è chi dice di seppellirlo in Germania, suo paese di nascita, chi al Cimitero Militare Germanico di Pomezia. Insomma, ovunque, ma non nella Città Eterna. L'avvocato del militare tedesco, Paolo Giachini, si oppone: "I Patti Lateranensi prevedono che ciascuno possa fare pratiche religiose laddove la sede lo consente. Per cui anche Priebke ne ha diritto." Il vicariato invece dichiara: "Non sono previste esequie per Priebke in una chiesa di Roma". Al seguito, Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica della capitale, afferma: "La decisione presa dal Vicariato è unica nella storia. Credo lasci il segno di non rimanere indifferenti davanti alle tragedie umane. Non si può essere anti-semiti se cattolici". E sembra proprio un segno del destino se un convinto anti-semita che non si pente dell'eccidio a cui ha collaborato e che rinnega l'Olocausto (dichiarazione rilasciata nell'intervista-testamento fatta in occasione del suo centesimo compleanno lo scorso luglio) viene a mancare a cinque giorni dal settantesimo anniversario della deportazione degli ebrei romani ad Auschwitz.