News

10 Maggio 2013

Imu, un Comune su cinque alza l'aliquota

Prelievi più pesanti soprattutto sulle seconde case. Acconto, si paga il 50% dell'imposta 2012

Per la discussa tassa sulla casa, in molti Comuni nelle ultime ore è scattata la corsa agli aumenti. Uno su cinque ha alzato l'aliquota. Ma a ridimensionare le ambizioni di fare cassa già con l'acconto del 17 giugno, arriva una norma che chiarisce come calcolare l'imposta: l'acconto varrà il 50% dell'Imu 2012. Esclusa dunque, come si auguravano gli enti locali, la possibilità di applicare già per questa scadenza le nuove percentuali.
Le diverse aliquote di tassazione previste dai Comuni che hanno già presentato le loro decisioni in materia saranno quindi applicate soltanto in fase di saldo.

La decisione del governo di rinviare l'imposta municipale in effetti aveva già fermato molti sindaci, ma non tutti. Alcuni hanno infatti scelto di approfittare comunque della possibilità di presentare ieri, ultimo giorno utile, le delibere di approvazione delle aliquote Imu 2013 per l'acconto. Che, tra parentesi, potrebbe anche essere posticipato a settembre.

Un'indagine del "Sole24Ore" rivela dunque chi cambia le aliquote, spiegando che ad attivarsi per rivedere le percentuali di tassazione sono stati finora una trentina di capoluoghi su un centinaio. Nessuno ha abbassato l'aliquota ordinaria, quella che si applica per gli immobili diversi dalla prima casa e che è fissata a un massimo dell'1,06% nel 2013, mentre cinque Comuni l'hanno alzata. Si tratta di Asti, Benevento, Cuneo, La Spezia e Treviso, arrivati così al massimo consentito, l'1,06% appunto. D'altra parte il livello della tassazione sulle seconde case era già al massimo in precedenza, senza possibilità di ulteriori aumenti, in una città su due.

Secondo la mappa del "Sole", Asti alza allo 0,6% l'aliquota sulla prima casa per le categorie catastali di pregio, mentre l'aliquota ordinaria sale all'1,06%, salvo i capannoni in area commerciale, sui quali si applica lo 0,76%. A Treviso non cambia nulla per la tassa sulla prima casa, che rimane allo 0,4%, mentre si rivede al rialzo quella ordinaria, che sale allo 0,87%.

A Verona i contribuenti verseranno di più sulla prima casa, arrivando allo 0,5%, salvo chi convive con familiari disabili o gravemente malati: per loro l'aliquota è dello 0,3%. La Spezia rivede al rialzo l'aliquota ordinaria, che arriva all'1,06%, mentre Frosinone porta al livello massimo dello 0,6% quella sulla prima casa, prevedendo una detrazione maggiore per chi vive con un invalido. Infine, a Benevento chi è proprietario di una prima casa pagherà lo 0,6%, cioè più dell'anno scorso, mentre per l'aliquota ordinaria si sale all'1,06%.

Fin qui i rincari previsti per l'Imu. Ma c'è anche da considerare che, a livello nazionale, sale la base imponibile per i fabbricati produttivi del gruppo catastale D, con un aumento secco dell'8,3% della tassazione. L'imposta vale per capannoni, alberghi, cinema e banche, per i quali quest'anno ci sarà dunque di fatto un'addizionale Imu. Controbilanciata in pochissimi casi da revisioni sull'aliquota per la stessa categoria: è il caso di Bologna, che per il gruppo D ha tagliato l'aliquota dall'1,06% allo 0,96%, e di Vicenza, scesa allo 0,76%.

D'altra parte, proprio sugli immobili d'impresa va tutto allo Stato il prelievo minimo, che è dello 0,76%: una norma che ha messo i Comuni nella necessità di incunearsi in questo prelievo per incassare l'extra-gettito, applicando appunto aliquote superiori. Sono infatti pochissimi i Comuni che faranno pagare il minimo: oltre a Vicenza, La Spezia, ma solo per alcune categorie, e Pisa.

Acconto, ecco come funziona - In ogni caso dunque, l'acconto Imu di giugno ritorna al passato, prevedendo il versamento del 50% dell'imposta 2012. E, se il governo approverà il decreto di rinvio, l'acconto non si pagherà soltanto per le prime case. La commissione Bilancio ha approvato ieri sera una norma che modifica le modalità sia per il calcolo, che erano state recentemente rese più incerte e complicate, sia per il termine entro il quale i Comuni potranno deliberare modifiche di aliquote, che slitta al 16 ottobre.

Al momento l'acconto Imu è dovuto da tutti gli immobili ma con molta probabilità l'appuntamento, se il governo appunto varerà il decreto sul quale si è impegnato, non riguarderà le prime case. Per le altre l'appuntamento sarà ineludibile. La norma modifica i criteri, introdotti nel decreto sulla Pubblica amministrazione, che stavano mettendo in difficoltà i Caf nei calcoli. In particolare era prima previsto che i Comuni potessero cambiare l'aliquota entro il 16 maggio e che di questo si sarebbe dovuto tener conto già nella rata di anticipo. Una ulteriore modifica di aliquota, poi, sarebbe stata possibile fino al 16 novembre.

Ora invece si torna a un meccanismo semplificato per l'acconto. Si paga subito la metà dell'anno scorso per poi calcolare, al momento del saldo, il dovuto per quest'anno e versare quanto manca. In pratica come accadeva già da qualche anno. Cambia poi la scadenza per i Comuni di decidere e pubblicare le delibere di modifica delle aliquote. La nuova scadenza è per il 16 ottobre e darà così possibilità alle amministrazioni municipali di verificare l'impatto delle scelte che il governo si accinge a fare ma consentirà anche ai contribuenti di avere due mesi prima del pagamento del saldo per effettuare i calcoli.