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23 Aprile 2013

70% famiglie riduce spese alimentari e sanitarie

Debiti P.A., Istat rimane scettica sull'efficacia Crisi, le famiglie tagliano su cibo e salute

Il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, è scettico sul ritorno dei consumi e degli investimenti a breve dopo il decreto sui debiti della P.A. "L'attuale fase economica non sembra supportare l'ipotesi di un effetto pieno immediato del provvedimento", ha detto in audizione al Senato. Il motivo è dato dai "bassi livelli del tasso di risparmio e dal desiderio di ricostituzione di quest'ultimo per motivi precauzionali", ha aggiunto.
Si riduce il Pil - "Incorporando l'effetto del pagamento dei crediti commerciali da parte della P.a., si può ritenere che il Pil dovrebbe ridursi nel 2013 in una misura molto vicina a quella stimata dal governo nel Def", ha spiegato Giovannini in audizione al Senato. Buone notizie sul fronte della fiducia dei consumatori, che ad aprile 2013 segna un rialzo, aumentando a 86,3 da 85,3 di marzo. Il miglioramento arriva dopo il calo del mese precedente e vede l'indice posizionarsi al livello più alto dallo scorso luglio, ovvero da nove mesi. Nel dettaglio, il clima economico e quello futuro salgono ai massimi da oltre un anno (da marzo 2012).

Sempre più famiglie scelgono i discount e tagliano le spese mediche - Più di 6 famiglie su 10 fanno la spesa al discount e nell'ultimo anno tale quota è aumentata di quasi 9 punti percentuali, ha poi sottolineato Giovannini. Oltre sette famiglie su 10 (71%) negli anni della crisi hanno quindi modificato quantità e qualità dei prodotti acquistati. Sono state poi quasi eliminate le spese per visite mediche, analisi cliniche e radiografie, mantenendo quella incomprimibile per i medicinali.

Oltre 4 milioni di poveri in Italia - A causa della crisi si può stimare "un'area della povertà assoluta che raggiunge oggi oltre 4 milioni di persone". Ma si tratta di "una valutazione prudenziale, in quanto i poveri assoluti sono passati da 2,3 milioni del 2006 a 3,5 milioni nel 2011". E' quanto si legge nella relazione presentata da Rete Imprese Italia in audizione al Senato. "La crisi finanziaria, trasformandosi in crisi economica, è ormai prossima alla crisi sociale".