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2 Aprile 2013

Jannacci: Milano commossa per l'ultimo saluto

Jannacci, Milano sfila commossa per l'ultimo saluto. Il cantautore sarà sepolto al Famedio con i milanesi illustri

E' il giorno degli addii per Enzo Jannacci e Franco Califano. I funerali dei due cantanti, scomparsi a poche ore di distanza la settimana scorsa, si terranno entrambi oggi, a Roma quello del Califfo a Milano quello del poeta di Vengo anch'io, morto a 75 anni. A celebrare il funerale del cantante milanese nella basilica di Sant'Ambrogio sarà alle 14.45 don Roberto Davanzo, direttore della Caritas ambrosiana. E non è un caso che la Caritas editi da tempo un giornale che si intitola Scarp dè tenis, da una delle più famose canzoni di Jannacci.

«La Regione rende omaggio e presto lo celebrerà degnamente, come merita un grande lombardo». Con questo tweet oggi il governatore della Lombardia Roberto Maroni ricorda Jannacci.

Alla camera ardente di Jannacci, al Teatro Dal Verme, si è scoperto intanto che «la Milano che non c'è piu», invece, esiste ancora ed è nelle facce e negli occhi lucidi della gente comune che, con gli amici e i colleghi, ha voluto salutare per l'ultima volta il cantautore scomparso venerdì scorso. Molti di loro sono venuti davvero dalle periferie che il medico-cantante ha raccontato: L'Ortica, Rogoredo, il Giambellino. Le canzoni di Jannacci hanno in molti casi accompagnato la loro gioventù, in quella Milano, dura, che negli anni '60 cominciava a crescere in modo tumultuoso. «Non avevamo niente - raccontano -, ma ci si aiutava tutti».

Alla camera ardente si scopre anche che le canzoni di Jannacci hanno fatto comprendere Milano anche a chi non c'è nato ma, per l'avventura della vita, ci è venuto e si è fermato per sempre. Come Salvatore: «Io sono calabrese, un 'terronè, ma vivo qui da 40 anni e le sue canzoni ce le ho nel cuore».

Jannacci, come spiegato dal sindaco Giuliano Pisapia, sarà sepolto nel Famedio, il posto in cui riposano i milaesi illustri. Alla camera ardente tanti amici in questi giorni: vecchi colleghi del cabaret milanese, poi Moni Ovadia, Fabio Fazio. «Era un genio - racconta commosso il conduttore di Che tempo che fa -. Perché i geni sono coloro che inventano cose che prima non esistevano: e lui ha creato un linguaggio, un mondo, un ambiente». A Fazio mancheranno «le sue telefonate, la sue cose che sembravano strampalate che, invece, erano pensieri che correvano troppo in fretta».

Alla camera ardente la moglie di Jannacci, Giuliana Orefice, e il figlio, Paolo che, con la stessa gentilezza mista a timidezza del padre, ringrazia tutti: «Grazie per essere venuti e per le belle cose che avete detto».