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9 Gennaio 2013

Gli italiani snobbano i saldi

Gli italiani snobbano i saldi ed il 2013 parte all’insegna della cautela

Complice forse il redditometro che soffia venti di guerra e le recenti spese sostenute per festeggiare il Natale, gli italiani risentono della crisi e, proprio nel periodo dei saldi, tirano ulteriormente la cinghia.

I commercianti si preparano ad allestire le vetrine per i saldi ma, stando all’ultima indagine condotta da CONFCOMMERCIO Imprese per l’Italia e Format Research, potrebbe essere una fatica vana.

Un quarto degli italiani infatti sembra snobbare la corsa all’ultimo affare di stagione e i dati emersi dalla ricerca segnano un vertiginoso calo dei contagiati dalla febbre dei saldi (pari all’8% rispetto allo scorso anno) rilevando un’adesione pari al 60,5%.

L’indagine riporta rilevanti novità anche per quanto riguarda la categoria degli appassionati dei saldi.

Più precisamente, si stima che, anche se rispetto allo scorso anno rimarrà pressoché immutata la percentuale di italiani che prevede di spendere una cifra inferiore ai 200 euro (68,7%), al contempo si registra una contrazione (pari al 5%) degli italiani che prevedono d’investire nei saldi una cifra compresa tra i 200 e i 300 euro.

Si dimezza invece la percentuale d’italiani disposti a spendere una cifra compresa tra 300 e 500 euro (si passa dal 6,3% al 3%), mentre per cifre superiori ai 500 euro la contrazione porta ad una riduzione percentuale che va dal 3,7% a 1,6%.

I settori merceologici “in” e “out”

Una curiosità riguarda anche i settori merceologici che maggiormente risentiranno della crisi.

A quanto pare infatti, se l’italiano medio è disposto a rinunciare alla scarpa all’ultimo grido, agli accessori glamour per la casa o alla biancheria intima griffata, potrebbe non rimanere completamente insensibile ai capi d’abbigliamento posti in saldo.

Dove si acquisterà?

Chi si lancerà alla conquista dei saldi, stando ai dati emersi, lo farà puntando principalmente sulla fiducia. Circa il 63% degli italiani, infatti, si recherà nei punti vendita che frequenta abitualmente, mentre soltanto una piccola fetta di consumatori (circa il 37%) azzarderà l’esplorazione di nuovi luoghi.

Pollice in su anche per lo shopping online. Una concezione di acquisto che pian piano sta conquistando i consumatori e che quest’anno registra un ulteriore incremento, passando dal 22,9% dello scorso anno al 27% del 2013.

Come reagiscono i commercianti alla crisi economica?

Un’ulteriore curiosità posta in rilievo dall’indagine riguarda i commercianti e il modo in cui questi si preparano a richiamare l’attenzione dei consumatori.

Lo sconto medio applicato sarà fino al 50% per quasi tutti i commercianti (circa il 97%).

Più precisamente, esaminando la situazione con gli occhi del commerciante e dati alla mano, possiamo affermare che:

-il 55,1% dei commercianti cercherà di attirare il cliente proponendo uno sconto inferiore o pari al 30% del prezzo intero (contro il 50,4% dello scorso anno);

-il 41,7% riconoscerà uno sconto compreso tra il 30% e il 50% (contro il 46,1% del 2012);

-il 3,1% dei commercianti decurterà il prezzo intero di una percentuale oltre il 50% ( 3,5% nel 2012).

I numeri che trasmettono sensazioni e stati d’animo.

Una stagione dei saldi all’insegna della moderazione e della cautela quindi quella del 2013.

Tuttavia, un’analisi di mercato dettagliata non può fermarsi alla sterile elencazione dei numeri. Questi devono essere arricchiti con un filo d’umanità e devono fungere da valido strumento vocato a far emergere lo stato d’animo dei consumatori e dei commercianti.

Analizzando con occhio umano i dati, quindi, possiamo affermare che si rilevano due fronti opposti:

-da un lato troviamo i consumatori che, seppur a malincuore, frenano gli impulsi spendaccioni, limitando l’interesse per i saldi soltanto ai beni di cui proprio non si può fare a meno;

-dall’altro invece troviamo i commercianti che, seppur risentendo della crisi, sono disposti a decurtare il prezzo ma senza esagerare.

Una polaroid questa che deve invitare alla riflessione e deve fungere da monito per non incorrere in una ulteriore contrazione economica.

Contrazione che questa volta potrebbe essere fatale per il già piuttosto malconcio sistema economico italiano.