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11 Ottobre 2012

La giornata del coming out

L’11 ottobre si celebra, dove possibile, il Coming Out Day, ovvero la giornata che celebra la libertà di amare.

COMING OUT – La celebrazione del Coming Out Day invita ad accettare con serenità la propria sessualità, condividendola con il prossimo senza più nascondersi dietro un dito o in un armadio. “Coming out” viene da “Coming out of the closet” e significa letteralmente uscire fuori dall’armadio a muro. Il movimento LGBT tanto deve a quel Karl Heinrich Urlichs, pioniere dell’attivismo che nel 1869 inventò la storia dell’uscire allo scoperto. Nel 1987 Washington marciò per i diritti dei gay e l’anno successivo è noto per aver dato luce al primo Coming Out Day, grazie a Robert Eichberg, psicologo e Jean O’Leary, attivista e politico: insieme organizzarono l’11 ottobre 1988 la nota passeggiata che incitava ad essere se stessi.DICHIARARSI – Uscire allo scoperto non è facile, per via della reazione delle persone. Non lo è per le star, figuriamoci per la gente comune. Che cosa è cambiato da quando Paul Verlaine sparava tre colpi a Arthur Rimbaud fino a Tiziano Ferro che finalmente dice che l’amore è una cosa semplice? “Ogni tanto mi chiedo che vita sarebbe stata, la mia, se non lo avessi incontrato. Oggi sarei un semplice falegname, e non so in che direzione sarebbe andata questa mia “riserva senza fine di allegria”. Mi ha insegnato tutto. Mi ha insegnato a vivere, ad apprezzare le cose belle, a distinguerle da quelle brutte. Mi ha dato luce: ha come illuminato una cosa buia. Lo sogno sempre e gli dico – A Pa’, ma tu sei morto, nun ce stai più – e lui risponde – ma chi te l’ha detto, non vedi che sto qua” ha raccontato Ninetto Davoli su Pasolini. Nel 2011 l’Istat ha effettuato per la prima volta una ricerca sulla situazione del “dichiararsi” in Italia con l’indagine “Discriminazioni in base al genere, all’orientamento sessuale e all’appartenenza etnica”, svelando i pareri e le opinioni degli eterosessuali sul mondo gay.

L’INDAGINE – Dai dati emerge che il 61% della popolazione è consapevole della discriminazione mentre il 38, 7% pensa il contrario. In che cosa il coming out può rivelarsi un problema? Gli intervistati rispondono che l’orientamento sessuale nel 49, 6% dei casi può essere un intralcio per ottenere un lavoro mentre il 55% pensa che possa essere un bonus per ottenere una promozione. Il 41, 8% crede che essere gay non dia possibilità di trovare un appartamento. Le persone sono solidali contro la discriminazione sul lavoro per un gay e una lesbica ma non si dimostrano tolleranti verso i transessuali, in una percentuale dell’89, 8. Il 92, 3% trova ingiusto che un candidato venga scartato perché gay ma se è transessuale il dato scende al 75, 2%. Il 78, 4% degli italiani non ha problemi ad avere un superiore gay a patto che non diventi il maestro del figlio perché il dato scende a picco fino al 58, 6%. Il 55, 9% ritiene che gli omosessuali debbano essere più discreti mentre il 29, 7% opta per il criterio dell’invisibilità: i gay dovrebbero nascondersi. “Se si considerano tutti i diversi ambiti in cui la discriminazione può avere luogo, il 53,7% dei rispondenti omosessuali/bisessuali è stato discriminato nel corso della propria vita in almeno uno dei contesti analizzati” afferma l’Istat e non sorprende se la maggior parte dei 3 milioni di individui omosessuali, vive un’esistenza parallela a vostra insaputa.