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9 Ottobre 2012

Obesity Day: l'allarme dei nutrizionisti

Obesity Day: l'allarme dei nutrizionisti, 20 milioni di italiani obesi nel 2025

Previsioni nere sul futuro degli italiani. Non c'entra la crisi economica, ma lo stato di salute e l'ampiezza del girovita dei connazionali. Entro il 2025 in Italia ci saranno 20 milioni di obesi. Sono le stime dell'Adi, l'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica, in occasione della presentazione dell'Obesity Day, domani 10 ottobre. Per un giorno gli esperti dei Centri Adi si metteranno a disposizione, gratuitamente, in molti ospedali in tutta Italia per dare consigli a chi combatte la battaglia con il peso (gli indirizzi su www.obesityday.org). “L’obesità è una delle sfide del ventunesimo secolo più difficili per i paesi europei. Possiamo tranquillamente affermare che in Italia il 50% della popolazione ha un qualche problema con il proprio peso", –

A SCUOLA DI OBESITA' – Portare tra i banchi di scuola la “materia” obesità potrebbe essere la carta vincente per scongiurare l'epidemia futura. Lo conferma un'indagine Ipsos, secondo la quale il 97% degli italiani concorda sul fatto che, per contrastare efficacemente il problema dell’obesità, bisognerebbe investire sull’educazione alimentare, a cominciare dalle scuole. "Basta con la colpevolizzazione del singolo o delle aziende alimentari": per l'81% degli intervistati, infatti, le iniziative promosse dalle istituzioni per affrontare il problema dell’obesità sono ‘scorciatoie’, e il 78% rifiuta le politiche proibizionistiche, che rischiano di essere controproducenti e fuorvianti quando si tratta di prevenire e contrastare patologie complesse come l’obesità.

“Fino ad oggi le risposte politiche – afferma Fatati - si sono focalizzate su singoli fattori o hanno fatto appello alla responsabilità dei singoli attraverso campagne educative. Siamo convinti che gli elementi base per la riuscita dell’intervento devono comprendere scelte politiche e programmi rivolti alla popolazione, insieme a normative e azioni ambientali, che facciano parte di una strategia coordinata di sanità pubblica a lungo termine”. Azioni di breve raggio su specifici alimenti, come ad esempio la tassazione dei soft drinks, recentemente considerata dal governo italiano, “sono probabilmente inutili come dimostra uno studio recentemente pubblicato sul New England Journal of Medicine”, spiega ancora il nutrizionista.


LE SOLUZIONI - Monitoraggio dei programmi e delle iniziative preventive che vengono progressivamente introdotte. Le soluzioni proposte dagli specialisti dell'Adi sono concrete: “Quando parliamo di interventi strutturali – ricorda Fatati - andiamo da quelli più semplici come le aree di rispetto intorno agli edifici scolastici per consentire ai ragazzi di seguire dei percorsi pedonali in sicurezza, allo spazio di quartiere o isolato per i giochi di movimento dei bambini, a interventi più impegnativi come la progettazione di ipermercati sostenibili nelle società postindustrializzate. Servono poi politiche innovative di collaborazione - continua - con le industrie tipo il cap and trade caro ad Obama che può essere impiegato anche per le politiche alimentari. Serve inoltre un potenziamento dei Servizi di Dietetica e Nutrizione Clinica – conclude - che sono strumento insostituibile non solo per l’assistenza ai soggetti obesi ma per guidare le scelte di politica sanitaria correlate”.