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4 Settembre 2012

Alcoa, continua la protesta dei lavoratori

La protesta dei lavoratori dell'Alcoa di Portovesme, in Sardegna, continua e, anzi, si inasprisce

La protesta dei lavoratori dell'Alcoa di Portovesme, in Sardegna, continua e, anzi, si inasprisce. Tre operai dello stabilimento (uno dei quali soffre di vertigini e quindi sta seduto dietro il parapetto della struttura) sono saliti su uno dei silo dell'impianto a 60 metri d'altezza, proprio mentre era in corso l'assemblea dei lavoratori. I dipendenti hanno deciso diverse iniziative di lotta da domani a domenica 9 settembre.
Le iniziative prepareranno la manifestazione a Roma di lunedì prossimo, in occasione del nuovo vertice al ministero dello Sviluppo economico. Intanto i rappresentanti dei lavoratori hanno incontrato, a Roma, i leader delle forze di maggioranza, visti però in incontri separati al termine dei quali Marco Bentivogli, della segreteria Fim Cisl, ha spiegato che "ai partiti di maggioranza abbiamo chiesto il massimo sostegno per scomodare tutti i soggetti di politica industriale e per dare una soluzione alla vertenza. Il tempo è scaduto e nelle prossime ore misureremo le capacità del governo Monti". .

Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha spiegato come l'azienda ha un "valore strategico" per l'economia nazionale, e per questo il governo deve evitare la chiusura degli impianti. "Se davvero l'Italia vuole attrarre investitori internazionali - ha sottolineato Alfano - la questione ineludibile è quella del contenimento dei costi dell'energia, condizione essenziale per garantire competitività".

Quindi, accanto all'azione della Regione Sardegna, "occorre che il governo e le principali forze politiche creino le condizioni di contesto legislativo che consentano a nuovi investitori di farsi avanti. E la questione dei costi energetici appare decisiva, così come un impegno chiaro del governo sul futuro del settore dell'alluminio. Il Pdl è determinato ad agire in questo senso".

Per il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, serve un "piano B" per salvare l'Alcoa e per dare una prospettiva di lavoro ad una zona come il Sulcis. "Speriamo - ha spiegato - che nelle prossime ore si materializzino manifestazioni di interesse per l'azienda da parte di altre forze produttive, ma il Sulcis non puo' essere abbandonato. E se non si arriva ad un salvataggio dell'Alcoa, si deve cercare un'alternativa perché i lavoratori non vogliono gli ammortizzatori sociali, vogliono, comprensibilmente, lavoro".

Il segretario del Pd, Pier Luigi bersani, ha infine sollecitato "il governo a raddoppiare gli sforzi in questi giorni cruciali. E' il momento di spingere affinché gli interlocutori industriali diano continuità ai presidi produttivi sul territorio".

Dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, non arrivano però buone notizie: "Non ci sono stati dei veri impegni da parte di nessuno per possibili acquisizioni. Continueremo a cercare possibili compratori ma non dobbiamo nascondere che la situazione è quasi impossibile perché di scarsissimo interesse per molti investitori". "Noi - prosegue - intendiamo rispettare i patti perché è stato fatto un accordo ben preciso e sottoscritto da tutti. Non dobbiamo nasconderci però che la situazione è quasi impossibile".

Una versione che non convince il segretario generale della Fim-Cisl Sardegna, Rino Barca: "Mi dispiace - dice a Tgcom24 - che Passera sostenga che non ci sono investitori. Il governo non ha fatto nulla per creare le condizioni per cui ci fosse qualcuno che volesse investire. Servono un prezzo dell’energia competitivo e un tempo limite di almeno 15 anni per poter garantire agli investitori di stare sul mercato. Senza questi due elementi che solo il governo può trovare, nessuno verrà ad investire. Speriamo che Monti si rimbocchi le maniche e trovi una soluzione. Non è vero che non ci sono investitori, mancano le condizioni giuste".

Per quanto riguarda i tre operai saliti sul silo dell'azienda, Barca sottolinea come "siamo preoccupati perché i parapetti non sono sicuri. Non hanno alcuna intenzione di scendere perché ritengono che quanto sta accadendo sia insostenibile. Non è un gesto isolato, è uno dei tanti e temiamo che ce ne possano essere altri. Ci hanno chiesto dei teli, dei sacchi, quindi pensiamo che intendano passare la notte lì. La protesta rischia di essere lunga e pericolosa".