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10 Agosto 2012

Berlusconi: "Sarò assolto per il caso Ruby"

Gli italiani sono con me ha detto il leader del Pdl in un'intervista al quotidiano francese "Liberation"

"Sono sempre stato assolto, e sarà così anche per il processo Ruby". Così Silvio Berlusconi in un'intervista a Liberation. "Una parte estremista e politicizzata della magistratura ha cominciato a perseguitarmi da quando sono entrato in politica, e non ha più smesso. Gli italiani lo hanno capito, e sono con me", aggiunge. Sul ritorno in campo, il leader Pdl afferma: "Non ho ancora deciso". Per quanto riguarda l'uscita dall'euro, "sarebbe un disastro".
"Tornerei per senso di responsabilità"
"Ciò che mi spinge a continuare a impegnarmi è il senso di responsabilità verso il mio Paese e forse l'amarezza di non aver fatto tutto ciò che volevo", spiega ancora Berlusconi nell'intervista. "Il mio ingresso in politica risale al 1994 - racconta - Questo ha permesso di evitare che la sinistra arrivasse al potere, tenendo conto che in Italia abbiamo una sinistra che he ancora ancorata alle pratiche del vecchio partito comunista. E' un merito storico di cui sono fiero".

"Uscita da euro sarebbe un disastro"
"L'ipotesi di un'uscita dall'euro è senza dubbio stata brandita da certi membri del mio partito in modo tattico per far cambiare direzione alla posizione tedesca. Ma nel Pdl riteniamo tutti che l'uscita dall'euro sarebbe un disastro", aggiunge Berlusconi. "Da parte mia - conclude - ho solo detto che di fronte all'intransigenza sulla disciplina di bilancio e al rigore, che sono obiettivi importanti ma insufficienti se non si prendono come controparte misure sulla crescita, il problema di un'uscita dall'euro finirà per porsi inevitabilmente, almeno per salvare la forza produttiva del nostro Paese".

"Non credo a un piano Francia-Germania per cacciarmi"
"Non ne so niente e non ci credo". Così Berlusconi ha infine commentato l'ipotesi di un'"azione concertata" di Francia e Germania per spingerlo a lasciare. La scelta di dimettersi, spiega il leader del Pdl, è venuta dalla volontà di "far nascere un governo di tecnici che beneficiasse dell'appoggio di maggioranza e opposizione, al fine di poter finalmente cambiare la struttura dello Stato e fare dell'Italia un Paese governabile come la Francia. Sfortunatamente, per il momento, così non è stato".