News

6 Luglio 2012

Los Angeles, il referendum per gli attori porno

Il voto per decidere se sui set dei film hard core dovrà essere obbligatorio l'uso del preservativo per i rapporti completi

A Los Angeles sarà un referendum a decidere se gli attori porno dovranno indossare il preservativo durante le riprese dei film. Gli elettori della contea, dove ha sede la maggior parte dell’industria pornografica americana, saranno chiamati a esprimersi sulla questione a novembre, dopo che un’associazione per la lotta all’Aids ha raccolto in cinque mesi 371.000 firme, ben oltre le 232.000 necessarie per arrivare al voto. Il referendum si terrà il prossimo 6 novembre, giorno delle elezioni presidenziali che farà dunque registrare un’elevata affluenza alle urne. La legge, denominata «County of Los Angeles Safer Sex In The Adult Film Industry Act», se approvata obbligherà i produttori delle pellicole per adulti a pagare una tassa per finanziare i controlli e a richiedere un permesso per girare i film al dipartimento della Sanità della contea di Los Angeles, di cui fanno parte 85 città.

RISCHIO CONTAGIO - La contea potrà inoltre sospendere o revocare i permessi in caso di violazioni. A essere esentato dall’uso del preservativo sarà solamente il sesso orale, mentre tutti gli altri rapporti dovranno essere protetti. «Le loro vite non sono usa e getta», ha spiegato Michael Weinstein, presidente della Aids Healthcare Foundation, organizzazione promotrice dell’iniziativa, secondo cui gli attori porno sono a costante rischio di contagio del virus Hiv e di altre malattie sessualmente trasmettibili. «L’industria sta dando il messaggio sbagliato riguardo il sesso sicuro». Gli attivisti anti Aids sostengono inoltre che le leggi federali e statali impongono ai datori di lavoro di proteggere i propri dipendenti da potenziali rischi e contagi. Dall’altra parte della barricata si schierano invece numerosi produttori dell’industria a luci rosse, per i quali attori e attrici dovrebbero essere liberi di scegliere se usare il preservativo. I produttori sostengono infatti che quando provarono a introdurne l'uso alla fine degli anni novanta, in seguito ad alcuni casi di contagio che provocarono un attacco di panico collettivo sui set californiani, ottennero solo un forte calo delle vendite, con i clienti che si dichiararono non interessati ad acquistare il prodotto. Per questo motivo i leader dell’industria minacciano ora di lasciare Los Angeles, portandosi via un settore in crisi ma attorno al quale girano ancora parecchi soldi: il porno vale circa un quarto dell’intera industria cinematografica.