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5 Giugno 2012

Caso Orlandi nuovi elementi

Gli 007 assicurarono: "Tornerà presto libera" Dalle carte emerge una presunta trattativa tra i preti pedofili Usa e i servizi segreti

Ci fu un momento, tre mesi dopo la sparizione di Emanuela Orlandi, quando tutto sembrò risolversi. A comunicarlo alla famiglia fu l'agente dei servizi segreti, Giulio Gangi: "Vostra figlia tornerà a casa tra 15 giorni, ma proteggetela, è molto provata", disse ai genitori della ragazza. La promessa fu però disattesa. E oggi, scrive il "Corriere della Sera", nuovi elementi fanno pensare a una trattativa tra gli 007 e i preti pedofili americani.
A far riflettere sono una serie di strane coincidenze nello scambio, che movimentò il settembre dell'83 a colpi di rivendicazioni telefoniche e lettere, tra i presunti sequestratori (due missive scritte con la stessa grafia e spedite da Roma e Boston) e il misterioso gruppo inedito "Phoenix". E' quest'ultimo, che forse non per caso prende il nome da una città nella quale era appena scoppiato un caso di pedofilia nel clero, a usare i toni più duri, minacciando "sentenze immediate" e incitando "gli elementi", si presume gli esecutori del sequestro, a contattare "il conduttore". Boston non molla e insiste nel chiedere lo scambio tra la Orlandi e l'attentatore del Papa, Ali Agca.

"Phoenix altro non era che il Sisde - spiega il fratello di Emanuela -. Me lo disse Gangi". Non c'entra la mafia americana, quindi, come pensò la stampa italiana all'epoca. Gli 007 potrebbero essere scesi in campo utilizzando i mass media per dare risalto ai propri messaggi per i sequestratori. Messaggi fatti trovare, anche qui forse non casualmente, in due chiese e sotto una madonnina. Tra le righe emerge chiaro il monito: "Sappiamo chi siete, vi abbiamo in pugno".

L'8 ottobre 1983, proprio nei giorni in cui, secondo quanto annunciato da Gangi agli Orlandi, la liberazione si sarebbe dovuta concretizzare, "Phoenix" scrive: "E' cosa nostra porre termine alla situazione Orlandi. Nell'eventualità di una mancata obbedienza estirperemo alla radice questa pseudo organizzazione causa di spiacevoli inconvenienti". A chiudere la lettera tre parole, che rilette alla luce dello scandalo pedofilia, potrebbero assumere un significato chiaro: "Traffico internazionale bambole". L'ultimatum non servì: Gangi fu costretto a rimangiarsi quanto promesso e Emanuela non tornò mai più a casa.