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10 Maggio 2012

I sindacati trovano l'accordo contro Monti

Cgil, Cisl e Uil in piazza il 2 giugno a Roma. Angeletti: "Messaggio chiaro al governo, bisogna cambiare marcia e parlare di lavoro"

Cgil, Cisl e Uil hanno indetto una manifestazione unitaria a Roma il 2 giugno. Lo hanno annunciato i leader sindacali, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, in una conferenza stampa congiunta. Il corteo si terrà nel pomeriggio e non ci sarà nessuno sciopero. Sarà l'occasione, ha spiegato Angeletti, "per festeggiare insieme la festa della Repubblica, parlando di lavoro".
"Nella nostra scelta ci sono una ragione simbolica e una sostanziale: quella simbolica è che il 2 giugno è la festa della Repubblica fondata sul lavoro, cosa che spesso viene dimenticata; quella sostanziale è che in un periodo di crisi la dimensione del lavoro è quella più sacrificata da molti punti di vista", osserva Angeletti, aggiungendo come "per la prima volta il sindacato vuole festeggiare la festa della Repubblica, parlando di lavoro".

"Vogliamo costringere il governo a "invertire la tendenza" in corso, a partire dalla politica fiscale, per ridurre il peso delle tasse sui lavoratori dipendenti e sui pensionati e per incrementare la lotta all'evasione fiscale. Al centro anche il capitolo della crescita e dell'occupazione: "E' realistico aspettarsi che il tasso di disoccupazione torni a due cifre già nel 2012. L'ultima volta è stato nel secolo passato", evidenzia il leader della Uil.

Camusso: "Siamo al punto di non ritorno"
"Prima di arrivare a un punto di non ritorno è auspicabile che il governo cambi la politica economica". Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. La manifestazione del 2 giugno sarà "una grande manifestazione sindacale che chiede risposte e se non ci saranno si continuerà con la mobilitazione. Le risposte si possono dare con scelte che il Paese deve fare perché se si continua con l'alibi europeo si fanno sempre politiche recessive. Il fisco è lo strumento che può introdurre nella politica del governo equità e crescita, parole sempre dette ma mai introdotte".