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7 Maggio 2012

Juventus Campione e imbattuta

Scudetto numero 28 per i bianconeri. In pochi ci credevano, Conte ha fatto il miracolo

Tutto cominciò con un poker al Parma nel nuovo stadio, messaggio beneaugurante. Dalla vittoria sul Milan nel primo scontro diretto alla sfida rovente del ritorno al Meazza, avvelenata dalle polemiche, la cavalcata scudetto della Juventus è passata anche per le forche caudine della cosiddetta pareggite, quel filotto di X che a un certo punto sembrava far vacillare le certezze bianconere. Poi il finale irresistibile, il brivido Lecce con l'errore di Buffon e il riscatto a Trieste, nello stadio intitolato a un simbolo del Milan, Nereo Rocco. E' la cavalcata scudetto della squadra di Conte, quasi sempre prima, poi scavalcata dal Milan e infine capace di un nuovo sorpasso vincente.
Dalla prima giornata, la squadra bianconera si è appropriata della vetta della classifica: difficile star dietro ai reali distacchi, nell'anno dei rinvii, dei posticipi, degli anticipi. Mai a partite pari, a mai a pari punti. Di fatto la Juve ha però lasciato il primo posto una volta alla settima (Udinese 15, Juve 13). Alla 16/a comincia il testa a testa col Milan (34 punti contro 34), che arrivera' a + 4 meta' marzo per poi essere risorpassata definitivamente alla 32/a giornata.

L'inizio di Conte è a squilli di tromba: l'esordio è con quattro gol nel nuovo stadio e con un gioco che fa lustrare gli occhi ai tifosi, reduci dagli 'orrori' delle gestioni precedenti. Si presenta con il vestito della festa, la nuova Juve. A Siena, la conferma arriva solo dal risultato e non dal gioco. Ecco subito la doccia fredda: il Bologna fa pari a Torino con solo una conclusione su calcio d'angolo. Di scudetto non si parla nemmeno lontanamente. A Catania pari sofferto. Arriva il Milan e esce fuori la Juve che non t'aspetti: domina, annichilisce l'avversario e vince 2-0, anche se i gol arrivano solo nel finale.

A Verona, niente conferma: solo un pallido 0-0. Non si capisce ancora la vera dimensione della squadra. Arriva il Genoa: gioco e gol non mancano, ma nemmeno la delusione finale con il pareggio rossoblu' e la constatazione dell'immaturita' di un gruppo non ancora grande. Vittoria sofferta con la Fiorentina, poi, i grandi esami: Inter e Napoli fuori casa. Netta vittoria e dominio a Milano, nonostante affiori sempre il difetto di prendere gol evitabili.

A Napoli sara' l'unica occasione, invece, in cui la Juve viene messa sotto, ma con grande carattere rimonta due gol. Palermo battuto a Torino e altro esame durissimo in trasferta, con vittoria di rapina. Tre punti con il Cesena e poi di nuovo a Roma, contro Totti: e' un sofferto pareggio, sempre con il gioco e la rimonta di carattere. Novara ko a Torino e poi la temuta sosta invernale. Ma alla ripresa, la Juve ricomincia a vincere: a Lecce, di misura. Stop in casa con il Cagliari, ma la risposta alla crisi arriva subito sul campo difficilissimo dell'Atalanta. Ancora un esame terribile a Udine, dove i friulani non passano. Comincia il periodo grigio: il maltempo interrompe la corsa juventina con i rinvii a Parma e Bologna, che poi, nei recuperi, riusciranno a bloccare la Signora.

L'Udinese, per effetto del recupero della prima giornata rinviata per sciopero, incontra la Juve solo dopo 15 giorni dal match del Friuli e viene battuta. Il Siena pareggia a Torino, il Catania si fa harakiri. Poi, il grande retour match, a Milano, la partita che per tutto l'anno restera' quella del ''gol di Muntari''. Dopo terribili polemiche e un match drammatico, la Juve comunque porta a casa il pari preziosissimo, ma si ferma subito in casa con il Chievo. Anche a Genova dominio, ma e' solo pari e il Milan vola a piu' quattro. Tutto perduto? Macche'.

Comincia la serie straordinaria delle vittorie sfavillanti, a Firenze con cinque gol, con Inter e Napoli in casa, a Palermo, con Lazio e Roma in casa, a Cesena e poi Novara. I gol piovono, 23 in otto partite. Occorre vincere sempre per reggere il testa a testa con i rossoneri e la Juve si blocca sul piu' bello: in vantaggio dopo otto minuti con il Lecce, rimasto in dieci per tutto il secondo tempo, regala l'incredibile pari con una papera di Buffon che ha del soprannaturale. Poi la notte dello scudetto, l'altalena di gol, i ruggiti di Ibrahimovic dal Meazza prima che l'Inter stenda il Milan e consegni - sublime ironia del calcio - lo scudetto alla Juve vincente col Cagliari.