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26 Aprile 2012

Individuato il punto G con un'autopsia

Un ginecologo e chirurgo plastico polacco prova a dire la parola definitiva sul 'forziere' del piacere femminile.

Povero punto G. L'ultimo dei suoi cacciatori non si è limitato a discuterlo, descriverlo, disegnarlo in una mappa della sessualità femminile sempre in bilico fra immaginario e realtà. Convinto che per la scienza fosse ormai arrivato il momento di dare una risposta definitiva, il ginecologo (e chirurgo plastico) Adam Ostrzenski è partito per la sua battuta di caccia armato di bisturi e di autorizzazione per un'autopsia nel dipartimento di medicina legale dell'università di Varsavia. L'ha trovato, alla fine. Sfuggente perché profondo. Ben nascosto perché esattamente così da lui ci si aspettava. E con la povera preda ormai inerte nel carniere, è passato all'esame dei dettagli anatomici. "Il punto G è lungo 8,1 millimetri, largo 3,6 e spesso 0,4", scrive il medico della clinica Institute of Gynecology di Saint Petersburg in Florida sull'ultimo numero del Journal of Sexual Medicine. Chissà se potrà aiutare le donne e i loro partner a trovarlo meglio, ma di questo forziere del piacere Ostrzenski fornisce anche le coordinate esatte: "Sulla membrana dorsale perineale, a 16,5 millimetri dalla parte superiore del meato uretrale, orientato a 35 gradi rispetto al bordo laterale dell'uretra".

Lo studio che doveva chiudere il dibattito nato negli anni '50, non ha fatto in realtà che rinfocolarlo. Non aiuta alla credibilità di Ostrzenski il suo sito personale, in cui - fra le altre prestazioni - viene offerta proprio la "ricostruzione del punto G". All'indomani della pubblicazione della ricerca, molti suoi colleghi si sono anche chiesti come mai quella che viene descritta come una "struttura anatomica con una forma di sacco ben delineata e pareti che assomigliano al tessuto erettile" non abbia le connessioni nervose senza le quali qualsiasi Punto G sarebbe sordo e cieco.

A febbraio del 2008, sempre sul Journal of Sexual Medicine, il sessuologo dell'università dell'Aquila Emmanuele Jannini pubblicò una foto ottenuta con un ecografo in cui si intravedeva un ispessimento della parete che divide uretra e vagina, a circa 6-8 centimetri di altezza. Anche quella volta - di fronte a immagini assai più aggraziate di quelle fornite dal chirurgo americano - si parlò della parola finale sull'esistenza del punto G. La cui anatomia venne descritta come "un tessuto fibro-connettivo arricchito da un gran numero di vasi sanguigni, fibre muscolari e connessioni nervose".

A queste caratteristiche, Ostrzenski aggiunge la presenza di strutture anatomiche molto simili ai corpi cavernosi del pene. Sovrapponendo al dibattito su mito o realtà del punto G quello non meno acceso sui paralleli veri o presunti tra sessualità maschile e femminile. E se nel 1950 il ginecologo tedesco Ernest Graefenberg, nel presentare i suoi risultati sul "ruolo dell'uretra nell'orgasmo femminile", non immaginava certo di diventare l'eponimo di un Punto fra i più controversi della storia, analoga intenzione non può essere attribuita al dottor Ostrzenski. Tanto che, riferisce il Los Angeles Times, Beverly Whipple, la coautrice nel 1982 del best seller "Il punto G e altre scoperte sulla sessualità umana", ha già preparato con due colleghi una replica pepata da mandare al Journal of Sexual Medicine. In cui si dimostrerà che il Punto G non esiste una volta per tutte. In attesa della prossima puntata.