News

29 Dicembre 2010

Giro di prostitute in comunita' di recupero

Arrestato sacerdote in Sardegna

Erano almeno cinque, forse sei, le donne, tutte nigeriane, di eta' compresa fra i 20 e i 30 che si prostituivano all'interno della Comunita' 'Il Samaritano' di Arborea per il recupero dei detenuti. Lo hanno rivelato i carabinieri del Comando provinciale di Oristano nel corso di una conferenza stampa che ha fatto il punto della situazione all'indomani dell'arresto del fondatore e responsabile della Comunita' don Giovanni Usai, ora agli arresti domiciliari in una comunita' religiosa di Oristano. A don Usai la Procura della Repubblica contesta di non aver esercitato il necessario controllo sugli ospiti della Comunita' e in particolare sulle donne, che erano detenute in affidamento e dovevano rispettare precisi obblighi imposti dal Tribunale di sorveglianza.

Non e' chiaro pero' se e quanto il sacerdote fosse a conoscenza, secondo l'accusa, di quanto avveniva nelle stanze delle ragazze. Certo e', pero', hanno spiegato i militari, che il via vai di persone estranee nei locali della Comunita' era molto intenso e che la cosa andava avanti almeno dal 2005. Don Usai deve rispondere anche di violenza sessuale per un singolo episodio, avvenuto nel 2009. Secondo l'accusa avrebbe chiesto a una ragazza, anch'essa nigeriana, una prestazione sessuale in cambio della assunzione a tempo indeterminato, poi concessa, che le avrebbe consentito di restare in Italia e regolarizzare la sua posizione. L'inchiesta scattata all'inizio del 2010 ha portato all'arresto anche di un nigeriano di 35 anni, Eze Alphonsus, che pare facesse da palo alle ragazze durante gli incontri a luci rosse e in almeno un'occasione si sarebbe anche fatto consegnare una percentuale sul compenso. Solo di favoreggiamento deve rispondere anche un terzo ospite nigeriano della Comunita' che pero' e' sfuggito all'arresto ed ora e' ricercato.

VESCOVO ORISTANO, FIDUCIA GIUSTIZIA - Dispiaciuto e sorpreso per quanto accaduto, comunque vicino nella preghiera a don Giovanni e fiducioso nel corso della Giustizia. E' arrivato via Internet dalla Germania il primo commento dell'arcivescovo di Oristano, Ignazio Sanna, sulla vicenda che ha portato all'arresto del direttore della Comunita' Il Samaritano e cappellano del carcere don Giovanni Usai. Una nota pubblicata oggi sul sito della Diocesi spiega che monsignor Sanna, in ritiro nella comunita' di Schoenstatt, ha appreso la notizia dell'arresto direttamente dal comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Palma. Monsignor Sanna, prosegue la nota, ''anzitutto assicura la sua vicinanza nella preghiera ed esprime la sua solidarieta' e paternita' al sacerdote don Giovanni e invita il presbiterio arborense a unirsi nella preghiera per un proprio confratello che in questo momento sta soffrendo'.

Il vescovo esprime anche 'il suo dispiacere per una situazione che potrebbe creare dei problemi sia all'interno della comunita' diocesana, sia per come potrebbe essere vista in avvenire la comunita' 'Il Samaritano'. Il presule si dice inoltre sorpreso per uno sviluppo della vicenda che giunge completamente nuovo e, infine, nutre fiducia nel corso della giustizia, perche' si possa accertare nel piu' breve tempo possibile la verita' sull'intera vicenda''. Monsignor Sanna rientrera' a Oristano domani giovedi' 30 dicembre e spera di avere la possibilita' di incontrare don Giovanni gia' venerdi' 31. Nel frattempo ha gia' convocato il Collegio dei Consultori della Diocesi in vista di una decisione sulla nomina di un commissario per la Comunita' Il Samaritano e di un nuovo cappellano per la casa circondariale di Oristano.