Rinvenuti in Sud Africa i resti di un bambino vecchio di circa due milioni di anni. La nuova specie si collocherebbe tra l'australopiteco (considerato ancora una scimmia) e il primo ominide riconosciuto, l'Homo Habilis, nostro progenitore di 2,5 milioni di anni fa.
Giovedì verrà mostrato per la prima volta al pubblico e alla stampa lo scheletro perfettamente conservato di un ominide a metà strada fra l'Homo habilis e le forme australopitecine. Una scoperta che potrebbe rivoluzionare la storia dell'antropologia. Mai prima d'ora, infatti, erano emerse tracce relative al fantomatico anello mancante fra il genere Homo e l'Australopithecus. Il reperto - rappresentato da un bacino e da arti interi riconducibili a un giovanissimo ominide - è stato individuato in Sudafrica e risale a circa 2milioni di anni fa. Protagonista della scoperta Lee Berger (nella foto a sinistra), dell'Università di Johannesburg. Entusiasmo da parte di tutti i principali scienziati che si occupano di evoluzionismo. In particolare Philip Tobias, antropologo dell'Università di Witwatersrand a Johannesburg parla di una scoperta "meravigliosa ed emozionante". La notizia è stata divulgata oggi dal Daily Mail. Il giornale dice che è stato scoperto l'anello mancante fra noi e le scimmie. In realtà questa considerazione è inappropriata perché le forme australopitecine rappresentano già una conquista evolutiva verso il genere Homo, e quindi non possono essere considerate delle scimmie a tutti gli effetti. Stando alle conoscenze attuali, il vero anello di congiunzione fra noi e gli altri primati è dunque rappresentato da Ardi, l'Ardipithecus ramidus, ufficializzato da Science il 2 ottobre 2009, risalente a 4,4milioni di anni fa (di cui anche Spigolature s'è occupato