Erano le 21.37 del 2 aprile 2005. I rintocchi a lutto delle campane di San Pietro comunicarono al mondo la morte di Giovanni Paolo II, protagonista del terzo pontificato più lungo della storia. Oggi, cinque anni dopo la sua scomparsa, la Chiesa ricorda "la forza e la tenacia, conservate sino agli ultimi giorni terreni, con cui seppe rendere presente e visibile il messaggio di Cristo in tutto il mondo", scrive l'Osservatore Romano.
"Il Papa slavo si impose presto come uno dei protagonisti dell'ultimo ventennio del Novecento, assumendosi in pieno il compito di introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio" scrive il giornale della Santa Sede, prima di sottolineare la continuità con il Pontificato di Ratzinger: "Nel servizio reso senza risparmiarsi all'unità della Chiesa, Papa Wojtyla volle accanto a sé, già dai primi anni, Joseph Ratzinger, che Paolo VI aveva creato cardinale nel suo ultimo concistoro e che oggi è il loro successore".
Nella Chiesa restano aperte molte delle sfide lanciate da Giovanni Paolo II, che negli anni si conquistò la stima dei fedeli, quegli stessi fedeli che il giorno dei suoi funerali urlavano a gran voce "Santo Subito" e che oggi aspettano la sua beatificazione.